Con l’intervista ad Andrea Morettino, direttore marketing dell’omonima azienda di caffè, si conclude il primo ciclo di Palermo Mediterranea Talk, il programma di approfondimento che ha raccontato la business community della buona volontà, donne e uomini che hanno deciso di mettere insieme le loro esperienze per costruire un ecosistema in grado di accelerare il cambiamento della città. Palermo Mediterranea Talk nasce da un’idea di Alessandro Lombardi e Dario Nepoti in collaborazione con Digitrend, la tech company per l’editoria digitale e con Blogsicilia.
Nella altre cinque puntate abbiamo incontrato Marco Imperato, co-founder di Edgemony, Roberta Pellegrino (Ludwig), Giovanni Alessi (Moving Up), Ugo Parodi Giusino (Magnisi) e Carlo Lo Forti (Just Maria) .
La filosofia di Palermo Mediterranea
Qual è la mission di Palermo Mediterranea? La business community mette insieme diversi stakeholder per costruire un ecosistema in grado di accelerare il cambiamento della città. “La costruzione di questo ecosistema – che si fonda sullo sviluppo di una comunità coesa, nutrita da uno spirito di responsabilità e concretezza – si manifesta in una rinnovata alleanza tra pubblico/privato per riuscire ad affrontare e risolvere le complesse sfide alle quali siamo sottoposti, soprattutto in area mediterranea”.
Sono tre i pilastri su cui si intende agire: sviluppo imprenditoriale, coesione sociale e transizione ecologica. Rispetto al primo obiettivo, la community immagina di “avere la forza di attrarre investitori e trattenere investimenti. la città di Palermo ha il dovere di agire per la semplificazione dei processi burocratici e per costruire un ecosistema imprenditoriale in grado di operare per il benessere comune. Solo garantendo questi parametri la città potrà rinforzare il suo brand e la sua credibilità a livello nazionale e internazionale”. Per creare una vera coesione sociale, Palermo Mediterranea pone questo tema al centro della sua mission attraverso la promozione culturale, la formazione, l’educazione, la rigenerazione dei luoghi di aggregazione mediante una collaborazione tra pubblico e privato. Una città coesa è una città viva che opera per la parità di genere e coltiva la fiducia e la stima in sé stessa”. Infine, viene sottolineata la grande attenzione all’ambiente: “occorre un piano pluriventennale per la transizione energetica, per la sostenibilità nello smaltimento dei rifiuti, per il miglioramento della gestione del ciclo idrico, per la mobilità a zero emissioni e per il verde pubblico. Al contempo, è necessario quantificare i rischi d’investimento legati alle catastrofi causate al cambiamento climatico. Ciò significa adottare un approccio manageriale alla grande sfida ecologica”.
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