- Palazzo Reale al centro di un videogioco in realtà virtuale
- Nato da una collaborazione tra la Fondazione Federico II e la D-Service Italia
- Il titolo arriverà a dicembre e sarà fruibile Oculus Quest 2, HTC Vive ed Oculus Rift
- Ma arriverà anche su su Steam ed in versione fisica sarà in vendita al boockshop di Palazzo Reale
Le bellezze, le suggestioni e, perché no, i misteri di Palazzo Reale – uno dei monumenti simbolo di Palermo e della Sicilia intera – in un videogioco in realtà virtuale. Un viaggio immersivo fatto di poligoni, grafica in 3d, sonoro che si fonde con la narrativa ed agli enigmi da risolvere in un’avventura che il giocatore vive in prima persona al centro dell’azione. Si chiama Anna Belfiore – L’Intreccio dei qanat ed è un videogioco in realtà virtuale nato dalla collaborazione tra la Fondazione Federico II e la D-Service Italia, una start-up siciliana fondata da Arduino Leone.
Arriverà a dicembre per Oclus Quest, Rift ed HTC Vive
Il gioco sarà fruibile attraverso i visori per la realtà virtuale Oculus Quest 2, HTC Vive ed Oculus Rift. Sarà distribuito in digitale anche su Steam, piattaforma di Valve, e in versione fisica nel boockshop di Palazzo Reale. Il prezzo sarà di 29 euro.
La presentazione a Palazzo Reale
Il gioco è stato ufficialmente presentato alla stampa proprio a Palazzo Reale. Entusiasta il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II, Gianfranco Micciché che ha sottolineato come questo sia “un modo per imparare al meglio la storia e la cultura. Non lo chiamerei Serious game ma Cultural game”.
Ed ha poi continuato. “Palazzo Reale è una meraviglia che non finisce mai di stupire – ha detto –. Con la Fondazione Federico II siamo riusciti in tre anni a rendere fruibili spazi, prima inaccessibili al pubblico, attraverso una ricerca continua e una progettualità sempre viva. Con questo videogame sarà l’utente in prima persona a esplorare virtualmente lo spazio. Un modo per avvicinare le nuove generazioni alla storia del Palazzo e ai suoi contenuti culturali. Non un punto di arrivo ma l’inizio di un viaggio alla scoperta. Si tratta di un serious game, ossia di un gioco che spinge l’utente ad accrescere la propria cultura. Quindi non un gioco fine a sé stesso”.
Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II, ha parlato dell’importanza dei nuovi linguaggi per parlare di cultura anche con nuovi mezzi e tecnologie.
“La Fondazione Federico II tiene in considerazione anche i linguaggi contemporanei per narrare Palazzo Reale – spiega – come leva per suscitare curiosità conoscitiva su uno degli attrattori culturali della nostra Isola. In questo caso il videogioco diviene stimolo per approfondire la conoscenza per risolvere enigmi e per conoscere leggende e narrazioni della nostra tradizione. Il gioco elettronico non sostituisce i libri, i documentari ma contribuisce a suscitare l’interesse per la storia. L’arte e la cultura non sono confinati dentro le mura di Palazzo Reale ma si esprimono sotto forma di un’avventura coinvolgente ricca di enigmi e misteri e calata in luoghi suggestivi ricchi di storia e di bellezza”.
Anna Belfiore – L’Intreccio dei qanat
Il gioco sostanzialmente è un’avventura grafica punta e clicca e quindi seguirà un proprio canovaccio. Protagonista è Anna Belfiore, un’antropologa che si ritrova a viaggiare attraverso scorci temporali in diverse epoche, sicuramente come visto durante la dimostrazione a Palazzo Reale nel Medioevo e, come stato accennato durante l’incontro con la stampa, nella II Guerra Mondiale.
I giocatori dovranno guidare la protagonista alla risoluzione di enigmi di diverso genere, da quelli logici a quelli ambientali. Il titolo può vantare una longevità che varia dalle 6 alle 8 ore. Nondimeno prevede anche delle varietà: gli enigmi proposti ad ogni partita varieranno: ad esempio la risoluzione di una filastrocca in una partita, sarà diversa in un’altra partita.
È anche un gioco didattico che vuole emozionare dall’alto impatto sensoriale. Il videogioco è il frutto di una partnership tra la Fondazione Federico II e D-Service Italia, un’azienda siciliana innovativa, specializzata nel settore della realtà virtuale e aumentata; nata nel segno della promozione e della conoscenza di uno dei siti museali più importanti e visitati al mondo. Una collaborazione fattiva sin da subito che si è consolidata con uno scambio di informazioni e di materiale documentale che ha reso possibile questo progetto.
Fulcro il desiderio di conoscenza
Si tratta di un videogame che ha come fulcro il desiderio di conoscenza, di approfondimento utile approccio per risolvere gli enigmi che lo stesso propone. Il Palazzo non è riprodotto in modo didascalico ma è lasciato spazio alla creatività per stimolare il desiderio di conoscenza.
Contenuti da sbloccare
A riprova di questo, ogniqualvolta si supererà un enigma chiave o si supererà una porzione del gioco sarà sbloccato un contenuto su quel determinato luogo con tanto di filmati, video o scheda del luogo che sarà poi visualizzabile come contenuto extra del gioco. Una vera e propria scheda interattiva. Tra i luoghi che saranno presenti, oltre alla galleria dei qanat, anche cortile Maqueda e la sala reale.
Una sfida tecnologica tutta made in Sicily
Realizzato col supporto dell’Unreal Engine (versione 4.26, un tool complesso che permette prestazioni importanti tant’è che diverse big del settore lo utilizzano, il gioco sarà sarà disponibile per i visori per la realtà virtuale Oculus Quest 2, HTC Vive ed Oculus Rift.
Il videogame è prodotto, in Sicilia, da D-Service Italia, una giovane start-up, nata nel 2012, nel settore ICT e nelle new technologies, all’avanguardia nell’impiegare tutte le tecnologie disponibili sul mercato, e ad inventarne di nuove. Nel 2018 la start-up si trasforma in azienda. Che dà lavoro a 20 giovani siciliani del settore (età media tra i 25 ed i 30 anni), programmatori, sviluppatori, grafici, designer e così via. Una realtà che può crescere ulteriormente.
Nel 2019 l’azienda apre uno studio interno, AlphaOmega42 – in ossequio anche al romanzo Guida galattica per autostoppisti – specializzato nello sviluppo di giochi per dispositivi di telefonia mobile e per la realtà virtuale e aumentata. Ci sono voluti circa sette mesi di sviluppo per realizzare il titolo. E potrebbero anche esserci diversi sequel: ne sono previsti 6 o 7.
Possibili sviluppi internazionali
Leone Arduino parlando del videogioco ha anche accennato a dei contatti con un publisher (editore) americano di videogiochi che si è mostrato interessato al filone e che potrebbero esserci ulteriori novità. Con questo potrebbe arrivare anche una versione di Anna Belfiore – L’Intreccio dei qanat anche per PlayStation Vr, ossia il visore per la realtà virtuale delle console PlayStation 4 e PlayStation 5. Ma il condizionale, in questi casi, è d’obbligo.
Leone “Vogliamo raccontare i beni culturali con soluzioni moderne”
“Tra i nostri obiettivi – ha sottolineato l’amministratore delegato di D-Service Italia, Arduino Leone – c’è quello di raccontare i beni culturali e le destinazioni turistiche attraverso soluzioni tecnologiche moderne ed altamente avanzate coma la realtà aumentata e la realtà virtuale. Condividere il patrimonio artistico e monumentale della nostra Sicilia attraverso un videogame in realtà virtuale è una logica nuova e dinamica: questa è la nostra mission. Anna Belfiore è un progetto della D-Service Italia che punta ad ampliare la riconoscibilità del brand ‘Palazzo Reale’ attraverso un’esperienza videoludica. La Fondazione Federico II ha sin da subito accolto l’idea-chiave di questo nostro approccio e ha costruito un modello di collaborazione che può diventare una best practice”.
Continua il momento d’oro della Sicilia nel settore
Prosegue il momento d’oro della Sicilia in questo settore. Se Anna Belfiore – l’intreccio dei qanat è il primo titolo in realtà virtuale, ci sono altri che hanno già invaso il mercato nei mesi successivi.
Il primo è l’atteso Baldo, un gioco d’avventura ed azione che si ispira ai primi Zelda e, dal punto di vista grafico, ai lavori dello studio d’animazione giapponese Ghibli, sviluppato da Naps Team, una software house di Messina, uscito poche settimane fa su Pc, via Steam, PlayStation 4, Xbox One e Switch. L’altro è Super Arcade Football, un gioco di calcio in stile retrò che si rifà ai classici quali Kick Off e Sensible Soccer.
Nondimeno arriverà prossimamente Batora, di Stormind Games, un gioco di ruolo e d’azione molto interessante e promettente anche a livello grafico.
Anche Occultus Cabala Mediterranea parla di Palermo
Anna Belfiore – L’intreccio dei qanat è il primo videogioco in realtà virtuale made in sicily, ma c’è un altro titolo ambientato a Palermo ed è Occultus Cabala Mediterranea dello studio palermitano Sylphe Labs, diffuso da Microids anche su Steam e pubblicato per la prima volta nel 2016. Si tratta di un’avventura punta e clicca del sottogenere hidden objects che ci riporta indietro in una Palermo reinventata (monumenti, strade e palazzi ricordano quelli reali, ricca di atmosfera ed esoterismo ma tutta in 2 dimensioni, per intenderci alla Monkey Island.
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