Nonostante il lavoro incessante delle forze dell’ordine, gli arresti e le condanne “Cosa nostra sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti”.

Lo dice ha detto presidente della corte d’appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell’Anno Giudiziario.

Da una parte, rimane pressante la sistematica imposizione del ‘pizzo’ alle attività commerciali e alle imprese, dall’altra è ritornato preminente l’interesse dell’organizzazione mafiosa nel monopolio del mercato delle sostanze stupefacenti. Ma il dato più significativo è rappresentato dalla permanente e molto attiva opera di infiltrazione, da parte di cosa nostra, in ogni settore dell’attività economica e finanziaria”.Per Frasca, inoltre, dopo un’apparente periodo di stasi è ripreso il fenomeno dei pentiti.

Intanto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, condivide la preoccupazione e la protesta di magistrati e avvocati del distretto della Corte d’appello di Messina nei confronti del ministero della Giustizia, come emerso oggi durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario nella città dello Stretto.

“Il grado di civiltà di un Paese – afferma – si misura anche dell’efficacia e dalla tempestività con le quali lo Stato riesce a dare una risposta nel campo della giustizia. Quando purtroppo, invece, a causa della carenza di organico dei magistrati e dell’inadeguatezza delle strutture, questa risposta arriva dopo diversi anni o addirittura non arriva, la certezza del diritto viene messa in discussione, aumentando così la diffidenza del cittadino nei confronti dello Stato”.
In più occasioni – continua – abbiamo evidenziato i diversi problemi della giustizia nel distretto di Messina, anche personalmente al ministro, che purtroppo, invece, ha mostrato una preconcetta avversità alla loro risoluzione”.

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