Rilancio dell’area industriale di Carini: nuovo invito alla Regione per la costituzione di un tavolo. Al secondo incontro che si è svolto nella sede del Comune di Carini, tra il sindaco Giovì Monteleone, l’assessore alle attività produttive Alessandro Gambino, e la segreteria della Fiom Cgil Palermo, hanno partecipato le Rsu di aziende come Sirti, Omer, Italtel, Seli-Kab, Tmb e Tecnozinco che, nonostante la desertificazione del tessuto produttivo, resistono e chiedono risposte, come un piano di sviluppo per la zona che salvaguardi le aziende metalmeccaniche, dopo la crisi che ha causato la chiusura di tante sigle storiche.
“Dalle Rsu Fiom di tutte le aziende intervenute è arrivata sempre più pressante la richiesta di un coinvolgimento della Regione siciliana per costituire un tavolo istituzionale permanente sul rilancio dell’area – dichiarano il segretario Fiom Francesco Foti e Rosario Tomaselli, della segreteria provinciale Fiom – Le aziende non possono più aspettare, le proposte ci sono. La Regione, alla quale anche il sindaco di Carini si è rivolto, e malgrado i solleciti rivolti all’assessore alle attività Produttive Turano, non ha ancora risposto al nostro invito”.
La Fiom ha posto l’esigenza di chiedere alla Regione siciliana un piano industriale per il sito di Carini, con il riconoscimento di area di crisi complessa e di Zes, zona economica speciale. E ha sollecitato l’attivazione dei contratti di programma, che riguardano le aree depresse, con investimenti per creare occupazione aggiuntiva e l’utilizzo dei contratto di sviluppo, a sostegno di programmi di investimento produttivi strategici.
A sollecitare la Regione siciliana sono innanzitutto i lavoratori delle le aziende, che fanno i confronti con l’operato di altre regioni italiane più attive. “La regione Lombardia è stata presente a tutti gli incontri sulla vertenza Sirti in corso al Mise e ha garantito un supporto economico a tutti i lavoratori lombardi coinvolti nell’accordo di solidarietà, firmando anche l’accordo ministeriale – dichiara Giuseppe Romano, Rsu Fiom di Sirti – Anche la regione Veneto contribuirà pagando direttamente ai lavoratori 2 euro per ogni ora di solidarietà. Mentre la regione siciliana continua a non riceverci”.
Stessa situazione alla Seli-Kab, che il 3 aprile è stata acquista dal gruppo Kablem. Dice Francesco Rosato, Rsu Fiom di Seli-Kab: “Questa azienda negli ultimi anni ha fatto enormi investimenti tra impianti industriali e materie prime. A Carini ha da poco assunto cinque lavoratori a tempo indeterminato ma in Sicilia non ha mai avuto nessun dialogo con le istituzioni”.
Anche Vincenzo Lupo, Rsu Fiom di Italtel, racconta che nei dieci anni di crisi che hanno coinvolto l’azienda, “non abbiamo mai avuto nessun aiuto da parte della Regione siciliana”. “Nei vari incontri al Mise per gestire la crisi – aggiunge Lupo – sono stati presenti rappresentanti delle regioni Lombardia e Lazio, in cui ci sono sedi aziendali. Non quelli della Regione siciliana. Dai vari governi abbiamo avuto promesse, mai concretizzate in veri accordi di programma. E questo ha inciso in negativo per la forza lavoro: siamo scesi da 245 lavoratori del 2008 ai 184 di oggi. Negli ultimi anni, dal Mise, abbiamo ottenuto il finanziamento di due progetti grazie anche alla partecipazione dell’Università di Palermo e del Comune di Carini”.
Il precedente incontro si era svolto il 25 marzo. “Chiederemo anche a Leoluca Orlando, come sindaco della città metropolitana di Palermo, di intervenire per sollecitare nuovamente la Regione siciliana – aggiungono Foti e Tomaselli – Nel caso la convocazione continui a tardare, saremo pronti a mobilitarci per far sì che l’ultimo sito industriale della provincia di Palermo abbia un rilancio e un futuro”.
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