Torna il Palermo Pride e torna, come sempre, la polemica. Non c’è anno che l’approdo del corteo dei diritti degli omosessuali o di coloro che non si riconoscono nella differenza di genere nei vari modi in cui questo oggi si declina non porti con se una polemica.
La polemica 2025
La polemica 2025 è legata al riconoscimento delle famiglie omogenitoriali. C’è una sentenza della Corte Costituzionale che ne sancisce il diritto ma non c’è una procedura di Stato civile che permetta l’iscrizione così come c’è un governo che su questi temi mostra evidenti resistenze. Una maggiooranza a guida Fratelli d’Italia, della quale anche il sindaco di Palermo è espressione.
L’attacco della consigliera Pd
Così parte l’attacco”appello della consigliera del Pd “Lagalla dia seguito alla sentenza della Corte Costituzionale su famiglie omogenitoriali” dice la consigliera comunale del Partito Democratico Mariangela Di Gangi
“Anche quest’anno il Pride si preannuncia un momento di partecipazione ed impegno che coinvolgerà tutta la città, per ricordare che i diritti devono essere universali e non possono essere soggetti a ideologie. Anche per questo, ha fatto bene oggi Famiglie Arcobaleno a chiedere chiarezza e celerità sul riconoscimento alla nascita dei figli e delle figlie con due madri, su cui si è espressa in modo inequivocabile la Corte Costituzionale”.
“È anche su questioni concrete come questa che si misura la reale adesione dell’Amministrazione alle istanze del Pride: non solo vicinanza, ancorché dichiarata, che è certamente importante, ma anche atti amministrativi chiari e tempestivi, che sono già stati attesi per troppo tempo”.
L’applicazione della sentenza
La Di Gang già nei giorni scorsi aveva scritto al Sindaco Lagalla e agli uffici competenti per chiedere l’immediata applicazione della sentenza n. 68/2025 della Corte Costituzionale.
“La Corte si è espressa in modo inequivocabile: il riconoscimento della seconda mamma per i figlie e le figlie di una coppia di madri, è ciò che prevede la nostra Costituzione. Non c’è quindi spazio per ambiguità politiche o temporeggiamenti burocratici. Omettere ora questo atto sarebbe una scelta deliberata, che nulla avrebbe a che vedere con la legittimità e molto con l’ideologia.
Nel ringraziare ancora una volta il coordinamento, le persone e le organizzazioni che rendono possibile il Palermo Pride, mi auguro che il Sindaco Lagalla colga questa occasione per dimostrare concretamente apertura e senso di responsabilità istituzionale, senza impantanarsi dietro argomentazioni pretestuose. È un obbligo sancito dalla corte costituzionale e in quanto tale va applicato subito”.
La replica di Lagalla “stiamo studiando”
“Ho sempre sostenuto che un sindaco debba essere sindaco di tutti e che un’amministrazione deve tenere conto di tutte le sensibilità e di tutte le identità presenti nella propria comunità. Per queste ragioni, anche quest’anno il Comune accoglie la manifestazione del Pride e lo fa convinto del fatto che la difesa di tutti i diritti sia elemento imprescindibile. Inoltre, in merito alla recente sentenza della Corte Costituzionale sulle famiglie omogenitoriali, ho già scritto nei giorni scorsi agli uffici competenti del Comune di analizzare il provvedimento e di verificarne le modalità di applicazione” le risponde a distanza il sindaco Roberto Lagalla.
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