Renato Schifani avrebbe minacciato le dimissioni all’Ars per i contrasti sorti all’interno della maggioranza di centrodestra sull’esame della manovra bis. A rivelarlo i due gruppi parlamentari di opposizione del Pd e del Movimento 5 Stelle. Ci sarebbero nervi tesi attorno al varo dei vari emendamenti e adesso si rischia l’implosione.

L’attacco frontale

Attacco frontale da parte dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle e del Pd. “Se questo della manovrina-bis doveva essere un banco di prova per testare lo stato di salute della maggioranza, per Schifani e i suoi non ci sono certo buone notizie affermano i capigruppo Antonio De Luca e Michele Catanzaro -. Le prospettive per questo governo sono tutt’altro che rosee. Questo governo sembra già alla frutta”.

Continue frizioni

“Abbiamo assistito – dicono – ad una maggioranza spaccata e in crisi di nervi, con grandi frizioni sugli emendamenti aggiuntivi. Il presidente della Regione è arrivato addirittura a minacciare le dimissioni. Si è creato un clima tale che non ha consentito al governo di portare a casa la manovra con il voto finale, che è stato rimandato alla prossima settimana. É la prova che la coesione dei partiti che sostengono Schifani è in continuo deterioramento. E non abbiamo ancora completato il primo anno di legislatura”.

Il giudizio resta severo

Sulla manovra De Luca e Catanzaro continuano ad avere dei giudizi severi e molto pesanti. “Un contenitore pressoché vuoto – hanno detto i due capigruppo – che serve poco alla Sicilia. Per fortuna siamo riusciti a evitare la pioggia di emendamenti aggiuntivi e a rinviare la discussione di tutte quelle norme che servivano al governo per garantirsi il consenso dei singoli deputati e non certo ai siciliani”.

I primi provvedimenti

Intanto sono stati trovati i soldi per i precari Asu e per i forestali, e prorogati i commissari nelle ex Province in attesa di uno sperato ritorno alle elezioni. Ma governo e maggioranza battuti in aula, col voto segreto, proprio sull’emendamento al ddl di proroga dei commissari nelle ex Province. Trenta i voti a favore, 25 i contrari. Il ruolo di commissario potrà essere attribuito ai dirigenti regionali in carica. Per evitare il rischio di voto ad agosto, in serata, arriva la proroga ai commissari che spazza via i rischi e mette una pezza.

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