Dalla Kalsa al Palazzo Reale e viceversa. Un progetto inclusivo volto alla riscoperta e alla riqualificazione di uno dei quartieri più antichi di Palermo.

Pangrel 2018 è questo e molto altro ancora; è arte pubblica che diventa esperienza civica della bellezza e della cultura. Chiusa la prima fase del progetto che ha visto cinque artisti, di fama nazionale, realizzare quattro murales in via dello Spasimo e in via Santa Teresa alla Kalsa si sposta, adesso, nelle sale degli Appartamenti Reali a Palazzo dei Normanni.

Sabato 17 novembre alle 18,30 un percorso espositivo che racconta al visitatore, attraverso disegni preparatori, bozzetti delle opere, fotografie e biografie degli artisti, il significato del progetto.

Nato dalla collaborazione tra la Fondazione Federico II, il Dipartimento dei Beni Culturali, la Galleria Regionale Abatellis, il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro e Gummy Industries ha coinvolto writer di eccellenza, o come qualcuno di loro ama definirsi muralisti, Basik, Camilla Falsini, Mbre Fats, Rosk E Loste.

A descrivere il progetto, sabato prossimo, ci saranno Patrizia Monterosso, Direttore Generale della Fondazione Federico II; Sergio Alessandro, Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali; Evelina De Castro, Direttrice della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, Stefano Biondo, Responsabile del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro e Alessandro Mininno, Presidente e amministratore delegato di Gummy Industries.

“Abbiamo pensato a questo progetto per cambiare il volto di un quartiere, attraverso un’operazione artistica. Già, durante la realizzazione dell’opera, – racconta Alessandro Mininno, Presidente di Gummy Industries – turisti e passanti si fermavano a chiedere informazioni, interagire, fotografare: abbiamo trasformato un muro e tre palazzi in un’opera d’arte. Pangrel restituisce alla città una riflessione sull’integrazione, analizzata da quattro diversi punti di vista. L’ironia giocosa del Federico II di Camilla Falsini, la ragazza santificata di Rosk e Loste, il simbolismo di Basik e la ricerca raffinata di Ambra Grassi inquadrano il tema in modo, allo stesso tempo, colto e comprensibile da tutti”.

Quattro interventi di riqualificazione sulle facciate di tre edifici di edilizia popolare e su un muro perimetrale a pochi metri da Piazza Ventimiglia nel cuore del quartiere arabo di Palermo. Ad una manciata di passi dall’Oratorio dei Bianchi, a fianco dello Spasimo, vicino la Chiesa della Magione, dove fino a poco tempo fa era possibile scorgere, uno a fianco all’altro un muro di 28 metri per 15 e tre prospetti privi di colore e di storia.

“Un progetto quello di Pangrel che trasuda forza – spiega Patrizia Monterosso, Direttore Generale della Fondazione Federico II – e può essere avvertita per strada; in un contesto che, con urlo stridente, è caratterizzato dalla coesistenze di antiche bellezze e dal rischio di un degrado sempre più crescente”.

Pangrel diventa, così, uno strumento di arte e bellezza per amplificare il messaggio di solidarietà e di partecipazione collettiva.

“Non è un caso che il progetto sia stato adottato proprio nel capoluogo siciliano – ha sottolineato Gianfranco Miccichè, Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II – Perché Palermo è, a ragione, la città che per storia e per dna più di altre è aperta alle contaminazioni. Stratificazioni culturali e influssi internazionali si mescolano, per creare una delle esperienze urbane più interessanti al mondo. Un’iniziativa di riqualificazione urbana con un unico tema condiviso da tutti e cinque gli artisti: quello dell’accoglienza e dell’integrazione”.

Gli spazi adottati hanno acquistato, in questo modo, centralità e da una condizione di trascuratezza si sono riscoperti capaci di comunicare messaggi culturali e valori comunitari. Un progetto che lascia una significativa eredità: l’orgoglio e la fierezza di abitare nelle case popolari immersi un contesto che testimonia antica bellezza.

“L’arte di strada è un’espressione artistica che si manifesta sotto diverse forme ma con un unico denominatore: manifestarsi nei luoghi pubblici. Abbiamo scelto la Kalsa – racconta Sergio Alessandro, Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali – perché è il quartiere più antico e ricco di storia di Palermo. Indubbiamente l’intervento di questi artisti migliora le aree degradate della città. Raggiungendo, come è accaduto nel caso di Pangrel, risultati determinanti e condivisi: un messaggio di solidarietà e di integrazione”.