Avranno una scuola, con tanto di lavagna, banchi e sedie, i bambini del villaggio di Berkunchu, nel sud dell’Etiopia. L’edificio è quasi ultimato e verrà intitolato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
A realizzare il progetto è l’associazione Centro Aiuti per l’Etiopia che, dal 1983, è impegnata ad aiutare la popolazione dello stato africano attraverso la costruzione di pozzi, scuole, ospedali, l’adozione a distanza e il finanziamento di interventi chirurgici per i malati che non possono permettersi le cure.
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno dato la loro vita ai valori della giustizia e della verità. I 2.500 giovani studenti che frequenteranno la scuola primaria a loro intitolata potranno conoscere il loro esempio di umanità, di coraggio e i valori che hanno incarnato”, dice Roberto Rabattoni, l’imprenditore che ha fondato l’associazione Centro Aiuti per l’Etiopia.
“E’ un progetto che è piaciuto moltissimo a me e alla Fondazione – commenta Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci 28 anni fa e presidente della Fondazione che del magistrato porta il nome. – L’idea che Giovanni e Paolo Borsellino possano essere il faro delle giovani generazioni di un Paese che lotta quotidianamente contro la fame, le ingiustizie e le diseguaglianze ci riempie di orgoglio”.
In 35 anni di lavoro il Centro, che conta essenzialmente su donazioni di privati, ha realizzato, in varie parti del Paese 26 pozzi, 29 strutture scolastiche, due ospedali, diversi ambulatori e cliniche e 3 centri di accoglienza di cui due per bambini disabili e malati di HIV ad Areka e a Gimbi. Questi ultimi – il centro di accoglienza San Giovanni Paolo II e il centro San Pio da Pietrelcina – insieme al Villaggio Madonna della Vita ad Addis Abeba, sono stati pensati per rispondere, non solo ai bisogni primari degli ospiti, ma anche al loro inserimento sociale.
Il Centro Aiuti per l’Etiopia, che ha la sua sede a Verbania, è stato fondato dall’imprenditore Roberto Rabattoni che, dopo un viaggio in Etiopia per l’adozione della sua primogenita, avendo visto le condizioni di estrema povertà della popolazione, ha scelto di dedicare la sua vita ai bambini e ai bisognosi del Paese africano.
Oltre a realizzare scuole, lavorare a progetti di cooperazione internazionale, costruire presidi sanitari come ospedali e ambulatori, finanziare gli interventi chirurgici per i poveri, il CAE con l’adozione a distanza ha aiutato a crescere e studiare centinaia di migliaia di bambini.
La scuola Falcone e Borsellino è solo l’ultima di una lunga serie di edifici scolastici costruiti dall’associazione in tutto il Paese: a Owiatiè, Oma, Maganasse, Zizencho, Indibir, Yeterek, Goru, Wolisso, Wolkitè, Burat Gheto, Kulit, Boditi, Barkarè e Soddo. Oltre all’istruzione di base viene curata la formazione professionale: i ragazzi studiano per diventare agricoltori, fabbri, falegnami e sarte e avere un futuro nel loro Paese.
Commenta con Facebook