I dati sul lavoro nero che denuncia il tenente colonnello dei Carabinieri, Pierluigi Buonomo, a cui rivolgiamo il nostro plauso e la nostra vicinanza per l’attività svolta, sono allarmanti e palesano una criticità, acuita dal Coronavirus, che bisogna arginare per garantire la legalità e la sicurezza che sono nel dna del nostro sistema bilaterale”.

Lo dicono, in una nota congiunta, il presidente ed il vicepresidente della Panormedil Cpt, Massimiliano Miconi e Francesco Danese, che aggiungono: “Raccogliamo il grido d’allarme lanciato da Buonomo e siamo pronti a dare il nostro contributo, rafforzando la collaborazione con le forze dell’ordine che già prevede dei protocolli formativi con i carabinieri, concordando al più presto un incontro per un tavolo tecnico e un osservatorio e mettendo a disposizione la nostra struttura, il nostro personale e i dati dell’osservatorio che stiamo approntando in Cassa Edile per potenziare l’attività di monitoraggio e scovare le imprese che eludono i controlli“.

“E questa attività sinergica – concludono Miconi e Danese – è ancora più indispensabile con l’avvio dell’Ecobonus previsto nel decreto Rilancio, perché bisognerà assicurare un controllo a tappeto su tutto il territorio, in ogni cantiere di tutta l’area metropolitana, per garantire il rispetto delle regole da parte di ogni singola impresa e la tutela dei lavoratori. Auspichiamo, altresì, che vengano anche potenziati da parte della Regione gli ispettori perché si continua a registrare una carenza che rischia di alimentare questo sistema perverso di sommerso e concorrenza sleale che penalizza gli imprenditori onesti”.

In una intervista rilasciata oggi al Giornale di Sicilia, il colonnello Buonomo ha dichiarato: “Il dato che allarma ancora di più e la quasi totale rinuncia alla sicurezza. E’ come se il Covid e la crisi avessero trasformato quest’obbligo in una spesa superflua, da eliminare. Come se togliere un ponteggio o rinunciare all’acquisto di un casco protettivo possa salvare l’impresa dal fallimento, anche a costo di mettere a repentaglio la vita di un dipendente”.

Proseguono serrati i controlli per scovare le irregolarità. Ha spiegato ancora Buonomo: “In questa fase stiamo puntando molto su una linea più morbida, non solo sanzioni ma soprattutto prescrizioni. Le attività ispettive sono state improntate ad un approccio collaborativo per il ripristino della legalità e la prevenzione di condotte future. In sostanza abbiamo cercato di indottrinare ed indirizzare gli imprenditori, per meglio districarsi nella fitta maglia di norme che disciplinano la prevenzione. E solo nelle situazioni più gravi è stata avanzata proposta all’autorità prefettizia per la sospensione delle attività”.

In Sicilia il lavoro sommerso aumenta e sfiora il 30 per cento.

(nella foto Massimiliano Miconi)

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