Palermo ha un nuovo piano di riequilibrio, i conti sono salvi, almeno per il momento. E’ stata approvata ieri a tarda ora la rimodulazione del Piano redatto dalla precedente amministrazione. Cambiano i parametri del riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Palermo. Il via libera è arrivato a Sala delle Lapidi, a tarda sera, con un voto a maggioranza con un giorno di anticipo rispetto al termine ultimo fissato dallo Stato che cadeva oggi. Ventidue i voti favorevoli, nessun contrario e dieci astenuti (le opposizioni presenti in aula)

Il nuovo piano

E’ stato modificato il piano che era stato definito, nel gennaio del 2022, dalla giunta precedente. L’amministrazione Lagalla si è mossa su ambiti limitati perché, come chiarito dalla Corte dei Conti, al Comune sono stati dati “stretti margini di intervento non potendosi estendere alla riscrittura dello stesso piano”.

Aumentano le tasse e il costo dei servizi comunali

Per rimettere i conti in ordine, è previsto l’aumento delle entrate tributarie e delle tariffe di alcuni servizi, – come, ad esempio, impianti e sportivi e mense scolastiche. Verranno effettuati dei tagli ai trasferimenti alle aziende partecipate. Previsti interventi per il potenziamento della capacità di riscossione di tutte le entrate comunali e per la riduzione dei costi e delle spese per il funzionamento degli uffici. Rispetto al vecchio piano, questo rimodulato prevede un tempo di applicazione di dieci anni, e non più di venti.

Gli aumenti dell’Irpef

Un piano di riequilibrio, quello redatto dal vicesindaco di concerto con la cabina di regia comunale, che esige un prezzo da pagare per la città. Un conto salato ma decisamente ammorbidito rispetto alle previsioni dell’atto varato dall’Amministrazione Orlando. A cominciare dall’addizionale Irpef, elemento centrale del documento della Varchi e che costituisce una delle maggiori entrate previste dall’Amministrazione. Numeri già messi nero su bianco ed approvati proprio nel mese di maggio dal Consiglio Comunale. L’ammontare complessivo degli introiti arriva a 219,7 milioni di euro in dieci anni. Nel concreto, l’Amministrazione ha azzerato gli aumenti per i contribuenti nell’anno 2022, grazie ad alcune risorse giunte dal Governo Nazionale. Si registrano inoltre riduzioni anche sulle successive annualità. Gli aumenti per il 2023 sono scesi ad 8,7 milioni di euro, grazie ad un ulteriore contributo straordinario di 760.000 euro destinato dal Ministero dell’Interno; a 12,7 milioni per il 2024 e per il 2025; miglioramenti importanti per le annualità 2026 e 2027 che, grazie alla previsione di un fondo da 40 milioni di euro stanziato dal Governo Nazionale, sono state abbassate rispettivamente a 14,5 milioni per il 2026 e a 28,7 milioni per il 2027. Il salasso però resta per il successivo quinquennio, con un aumento medio di quasi 36 milioni di euro all’anno fino al 2031.

Imposta di soggiorno ed addizionale sui diritti portuali

Altra nota dolente riguarda l’imposta di soggiorno, ovvero il contributo richiesto a chi pernotta nelle strutture ricettive del capoluogo siciliano senza essere residente a Palermo. Una “tassa” che quindi riguarda i turisti e i gestori di hotel e b&b, dalla quale il Comune di Palermo conta di incassare un surplus complessivo di 20 milioni di euro in dieci anni. Maggiori entrate calcolate in 500.000 euro per il 2023, ma che si alzano a 2,4 milioni di euro all’anno fino al 2031. Risorse alle quali si sommerà l’istituzione di una addizionale sui diritti portuali. Capitolo d’entrata recentemente approvato dal Consiglio Comunale e che comporterà aumenti per 500.000 euro nel 2023 e di 750.000 euro all’anno dal 2024 fino al 2031. Altro capitolo riguarda la completa definizione dei procedimenti di condono edilizio giacenti. Una cifra che gli uffici hanno stimato “in un maggior recupero di somma annuali per oneri concessori e conguagli oblazione pari a circa 600.000 euro annui”, che a decorrere dal 2023 e sino a tutto il 2031, è pari a 5,4 milioni di euro in nove anni.

180 milioni arrivano da Roma

Per evitare il dissesto del Comune di Palermo, lo Stato è intervenuto con 180 milioni di euro. Il voto è arrivato dopo una maratona d’aula a Sala delle Lapidi. Tutti gli emendamenti delle opposizioni sono stati respinti. Adesso per l’amministrazione Lagalla il prossimo obiettivo è far approvare in aula il bilancio che deve essere varato entro la fine di luglio.