“La riforma sull’autonomia differenziata parte da un presupposto: finora, il divario tra Nord e Sud è cresciuto anno dopo anno. Evidentemente, la situazione attuale non fa bene a nessuno. Era il momento di invertire la rotta”. Lo dichiara Carolina Varchi, deputato e responsabile politiche per il Mezzogiorno di Fratelli d’Italia.

“Se sono comprensibili i dubbi di qualche cittadino bombardato da fake news e ideologia a buon mercato – aggiunge – meno lo sono quelli di certa politica di sinistra: il primo passo è stato compiuto proprio da un governo di centrosinistra con la riforma del Titolo V. E governatori del Pd hanno formalmente chiesto l’attivazione dell’autonomia”.

Varchi prosegue: “Le sparate propagandistiche possono servire a conquistare qualche titolo sui giornali, ma noi dobbiamo pensare a rilanciare il Sud e con questa riforma che finalmente responsabilizza gli amministratori locali, lo faremo. Del resto, la nostra attenzione per il Mezzogiorno è tutta nei dati forniti da un soggetto indipendente come Svimez: da quando noi siamo al governo e grazie al grande lavoro del Ministro Raffaele Fitto, al Sud il Pil è cresciuto più che al Nord e, insieme a questo, è cresciuta l’occupazione. Provvedimenti come la Zes Unica e il decreto coesione daranno un’ulteriore spinta alla crescita e allo sviluppo – conclude Varchi – facendo svanire dubbi, pregiudizi e falsità”.

Premierato ed Autonomia differenziata, riforme che dividono

Dopo il voto alla Camera sul ddl Calderoli e al Senato sul Premierato, l’Istituto Demopolis ha analizzato gli orientamenti degli italiani sulle 2 riforme. Il 51% si dichiara favorevole all’elezione diretta del Premier, il 44% contrario. Sull’altro versante, appena il 42% condivide l’Autonomia Differenziata, che risulta non gradita al 49% degli italiani.

L’opinione pubblica è di fatto spaccata a metà, con una propensione leggermente più favorevole al Premierato e una maggioranza relativa dei cittadini perplessa sugli effetti dell’Autonomia differenziata.

I dati

L’Istituto Demopolis ha analizzato pregi e difetti dell’elezione diretta del Capo del Governo nella percezione dei cittadini: il 48% ritiene positiva la possibilità di scegliere direttamente chi guiderà il Paese, immaginando una maggiore stabilità e governabilità per 5 anni. Forti sono però anche i timori sugli effetti della riforma costituzionale: il 44% segnala il rischio di eccessiva concentrazione del potere nelle mani del Premier, 4 italiani su 10 ritengono negativa l’eventuale riduzione dei poteri e delle funzioni di garanzia del Presidente della Repubblica.

È comunque, per il momento, la legge sull’Autonomia differenziata a preoccupare maggiormente parte dell’opinione pubblica. Nella percezione del 48% degli italiani, intervistati da Demopolis, l’attuazione concreta della riforma avrà effetti negativi sulla qualità dei servizi pubblici nella loro regione. Le valutazioni positive si differenziano profondamente nelle varie aree del Paese: raggiungono il 60% di chi vive al Nord, ma solo il 34% nel Centro Italia ed appena il 19% di chi risiede al Sud e nelle Isole.