Stipendi arretrati ed attestati non ancora disponibili a due anni di distanza dall’ultimo giorno di tirocinio svolto: questo è l’incipit della storia dei vincitori del bando “Avviso 22“, che oggi hanno scioperato davanti ai cancelli dell’assessorato regionale al Lavoro di via Trinacria, a Palermo. Un sit-in iniziato intorno alle 9 e che punta a rappresentare le difficoltà degli oltre 300 ex tirocinanti di un bando risalente ormai al 2020.

Lauria: “Trecento tirocinanti aspettano stipendi ed attestati”

Protesta tirocinanti Avviso 22, Palermo

Una protesta svolta pacificamente, anche se la rabbia degli ex tirocinanti traspare dalle parole del portavoce Oreste Lauria. “In questi tre anni ci sono state diverse negligenze, oltre al fatto che è mancata la volontà politica di risolvere il problema. Ancora oggi ci sono rimpalli di competenze. Sono cose che si devono sbrigare loro, gli assessorati e gli enti”. Un problema che riguarda centinaia di persone coinvolte nel progetto di formazione regionale, il cui destino è bloccato negli anfratti della burocrazia. “Ad oggi mancano da pagare gli emolumenti a 300 tirocinanti. Ho chiesto più volte alla Regione una soluzione. La presentazione della documentazione necessaria era stata affidata agli enti di formazione che, purtroppo, per degli intoppi burocratici non riescono a sanare le pratiche dei tirocinanti”.

Le storie dei tirocinanti

I tirocini semestrali sono iniziati tra ottobre e novembre 2020, durando circa sei mesi. Secondo quanto previsto dal bando regionale, i pagamenti sarebbe dovuti avvenire con cadenza bimestrale. Qualcuno però, ad oggi, aspetta i soldi per un lavoro già svolto circa due anni fà. “Siamo stanchi di sentire le solite scuse, con uno scaricabarile fra APL e Regione – commenta Renato Di Matteo, tirocinante dell’Avviso 22 -. A noi queste porcate burocratiche non interessano. Abbiamo lavorato e vogliamo i soldi”. Problemi derivati da una carenza di documentazione che, secondo gli ex tirocinanti, non può ricadere sugli stessi. “Se mancano dei documenti da integrare, non ce li possono venire a chiedere dopo tre anni. Le verifiche dovevi farle prima o durante il percorso. E invece le pratiche sono state parcheggiate nelle scrivanie“.

Mansioni svolte, tra l’altro, in pieno periodo pandemico, con tutte le difficoltà del caso. “Ho iniziato questo tirocinio a novembre 2020. E’ durato sei mesi, ciò con la speranza di un’assunzione poi non avvenuta. Io ho lavorato in una scuola e quindi facevo di tutto: dai lavori di giardinaggio alle pulizie. Ciò con tutte le difficoltà comportate dalla pandemia. Ad oggi non ho ricevuto nè un attestato di qualifica, ne un euro di arretrato. E’ una cosa che ci ha messo in difficoltà. In un periodo come quello, avere un sostegno avrebbe fatto comodo”.

Il problema degli attestati

Tirocinanti presenti a titolo personale o in rappresentanza di qualche parente o familiare. Come Claudio Brillante, marito di una ex tirocinante ad oggi senza stipendio nè attestato. “Il 1 maggio, mia moglie compirà due anni dall’ultimo giorno di lavoro. Ad oggi, non abbiamo visto un centesimo. Nel frattempo, è venuta meno la prospettiva di un lavoro, nonchè il requisito di una qualifica che al centro per l’impiego non si trova. Non abbiamo ricevuto niente. Non vi dico la delusione di mia moglie dove sta. Che mantengano le aspettative che avevano dato all’inizio del bando, così come fatto dalla Regione Calabria, nè più nè meno”. I tirocinanti sono stati presenti davanti ai cancelli dell’assessorato al Lavoro fino alle ore 13, nella speranza di essere ricevuti e trovare risposte ad un problema ad oggi non risolto.

L’assessore Albano: “180 pratiche presentano criticità”

Incontro che poi è avvenuto e sul quale l’assessore regionale al Lavoro Nuccia Albano ha fatto il punto della situazione. “Da un confronto con gli uffici è emerso che sono 300 le pratiche in itinere: 120 probabilmente saranno esitate positivamente e 180 presentano, invece, criticità – dichiara l’assessore -. Quando verranno definite le procedure per accertare la regolarità e il bilancio sarà in grado di emettere i pagamenti, verrà regolarizzata la posizione. Per quanto riguarda le restanti 180 pratiche verrà indetta una riunione, con sindacati e componenti dei nostri uffici, per affrontare le problematiche da superare. Qualora i problemi dovessero rimanere irrisolvibili, ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità sul mancato pagamento”.

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