Continua la protesta dei tirocinanti di Avviso 22. In una nota il portavoce regionale Oreste Lauria scrive al governatore dell’Isola Renato Schifani elencando le difficoltà di questi tirocinanti non escludendo anche la protesta in piazza. Si denunciano tanti fattori tra cui pagamenti bloccati dal dicembre 2022 ma anche rivendicazioni.

Su 1.741 formati, solo 170 assunti

La nota inizia con il dato sulle assunzioni: su 1.741 formati professionalmente vi sono state 170 assunzioni. Sono 1.555 rimasti disoccupati. Questi sono i numeri reali che riguardano la triste situazione dei tirocinanti regionali dell’avviso 22.

Una formazione che doveva collocarci nel mondo del lavoro, invece ci ha solo sfruttati e ingannati, non c’è stato nessun coordinamento dalla regione Siciliana con la politica attiva. Questo è l’ennesimo grave segnale di arretramento del Governo regionale e del basso profilo istituzionale della politica siciliana.

Ancora attive 300 pratiche di rimborso, 189 a rischio

Sono ad oggi ancora 300 le pratiche di rimborso rimaste impagate e tra queste 189 sarebbero a rischio di non essere più pagate dalla regione siciliana. Nella nota si legge: “Inoltre tutti siamo stati costretti ad anticipare di tasca le spese per gli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. Manodopera e spese mai pagati in 3 anni e mezzo. Giovani e meno giovani, uomini e donne, padri e madri di famiglia, siamo stati utilizzati come precari per svolgere funzioni lavorative da impiegati, abbiamo prestato manodopera pur sapendo che si trattava di tirocinio formativo, abbiamo accettato l’incarico con la prospettiva di ottenere, alla fine del tirocinio svolto, un lavoro stabile, ed invece siamo stati mandati a casa senza aver ricevuto nemmeno una proposta lavorativa”.

Svolto il tirocinio da 6 a 12 mesi per 500 euro al mese, ci ritroviamo disoccupati, e per circa 189, a distanza di 3 anni e mezzo non hanno ancora ricevuto il pagamento previsto.

Pratiche rimaste ferme, incagliate per delle procedure non complete, per intoppi burocratici ed amministrativi.

“Tirocinanti risultano essere della Regione Siciliana”

La lettera rivolta a Schifani prosegue: “Noi tirocinanti siamo stati alle dipendenze della Regione siciliana, così come si evince dai CUD inviati dal dipartimento lavoro regionale. Risultiamo ufficialmente tirocinanti della Regione Siciliana ed abbiamo a tutti gli effetti lo status di dipendenti regionali”.

E viene spiegato: “Una buona parte dei tirocinanti percepisce il reddito di cittadinanza come unica fonte di sopravvivenza, gli altri non possiamo neanche accedere ad un sostegno regionale o del governo nazionale nonostante disoccupati, siamo disperati e non vediamo prospettive per il nostro futuro. Dopo aver prestato un servizio fornendo manodopera presso aziende, imprese private ed enti pubblici, per conto della regione siciliana, siamo stati mandati a casa senza alcun inserimento lavorativo, sfruttati e dopo una lunga attesa ci ritroviamo non pagati è disoccupati”.

Le competenze per la documentazione mancante

Si legge “La competenza per fornire la documentazione mancante prevista è stata affidata agli enti di formazione nonché alle APL selezionati dalla regione siciliana e accreditati. Ad oggi non sappiamo sé queste pratiche vengano sanate dai documenti mancanti, perfino il personale preposto per gli adempimenti burocratici potrebbe non essere più reperibile è disponibile dopo 3 anni e mezzo”.

Lentezza delle procedure regionali

La nota denuncia anche la lentezza delle operazioni della macchina regionale. “A tutto questo si aggiunge la lentezza delle procedure regionali. Il servizio 4 del Dipartimento lavoro regionale avrebbe intenzione di chiudere questo avviso lasciando fuori in maniera vergognosa dai pagamenti gli ultimi tirocinanti. Le pratiche hanno criticità note alla Regione siciliana che durano da 3 anni e mezzo, queste sono rimaste incomplete soprattutto per la farraginosa burocrazia regionale. A tutto questo bisogna aggiungere che oggi passati 3 anni e mezzo, è spesso complicato quando addirittura impossibile per i tirocinanti produrre la documentazione mancante di cui non sono preposti a produrla”.

“Presidente Schifani, risponda al nostro appello”

L’appello a Schifani: “Presidente della regione siciliana Renato Schifani risponda al nostro appello. Noi tirocinanti consapevoli di ciò che la sua carica istituzionale implica degli svariati ed importanti impegni istituzionali, chiediamo un piccolo segno di buona volontà e una briciola del suo prezioso tempo da dedicare alla soluzione del nostro caso”.

“Trattati come figli di nessuno”

Trattati come figli di nessuno, siamo gli invisibili dell’avviso 22.  Siamo rimasti senza lavoro, in una condizione di disagio economico, Costretti a vivere senza speranza, derubati del nostro futuro, abbiamo conseguito una formazione acquisendo competenze professionali, inseriti solamente per una prestazione occasionale per far comodo alle esigenze richieste, e puntualmente ci hanno chiuso la porta in faccia  senza offrirci una proposta di assunzione, dei 25.000.000 di euro del bando, gli stessi avevano a disposizione un bonus occupazionale da 3mila fino a 14mila euro a tirocinante assunto, un fondo stanziato da 5.000.000 di euro incluso nel bando, abbiamo bisogno di un  inserimento lavorativo, rimangono a disposizione i 18.000.000 milioni di euro del bando 22/2018 si faccia un emendamento che decreta un progetto per reinvestirli per un occupazione a lungo termine”.

“Disponibili ad inserimento lavorativo”

Ed ancora “Presidente è veramente assurdo e scandaloso aver lavorato per una manodopera assistenziale e dopo 3 e mezzo la regione siciliana non riesce a concludere i pagamenti di tutti i tirocinanti. Più volte abbiamo fatto sentire la nostra voce, chiedendo soluzione al caso, per la nostra vicenda ma siamo rimasti inascoltati. Siamo disponibili per un inserimento lavorativo che prosegua la nostra formazione e preveda finalmente un reale processo occupazionale. Chiediamo solamente di poter lavorare dignitosamente, vogliamo essere inseriti ed avere una occupazione stabile”.

“Non vogliamo favoritismi”

Inoltre: “Noi non vogliamo favoritismi ma che ci venga riconosciuto il nostro status di lavoratori della Regione Siciliana cosi come è stato già fatto in altre regioni d’Italia come ad esempio in Calabria, dove proprio poco tempo fa i tirocinanti calabresi stanno per essere assunti, è finalmente avranno l’opportunità di essere stabilizzati come lavoratori regionali grazie ad un decreto fatto ad hoc per assumere chi proveniva dalla formazione dei tirocini regionali questo significa che dove c’è la volontà politica si possono trovare vere soluzioni e non solo la solita propaganda elettorale”.

Possibili proteste in piazza

La lunga missiva si conclude con la possibilità di scendere in piazza per rivendicare i diritti elencati nella missiva: “Non escludiamo a scendere in piazza per una manifestazione di protesta prossimamente…”.

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