Non si intravede ancora un finale per quella che è ormai diventata la ‘telenovela’ dell’Avviso 22 della Regione siciliana. Sono ancora numerosi i tirocinanti che attendono di essere pagati, nonostante abbiano concluso la loro esperienza presso enti promotori e aziende già da tempo.

Tutto intrappolato nelle pastoie della burocrazia

L’Avviso 22 risale al 2018. I tirocinanti avevano iniziato il loro percorso nel 2019, poi è arrivato il Covid19 a rallentare tutto, ma sono comunque, faticosamente, riusciti a terminare i tirocini che li vedevano protagonisti.
Ebbene, i pagamenti delle indennità spettanti ai tirocinanti (500 euro al mese) sono sempre proseguiti con il contagocce, tanto che gli stessi tirocinanti sono scesi in piazza a protestare e non hanno esitato a dire, in più occasioni, di aver assistito al calpestamento dei propri diritti, chiedendo l’intervento del governo regionale.
L’intera vicenda si è trasformata in una matassa ingarbugliata, e nessuno sembra essere in grado di venirne a capo. L’assessorato al Lavoro non ha mai fatto mistero delle proprie difficoltà, imputando i ritardi nei pagamenti ai farraginosi meccanismi di verifica della documentazione relativa a ogni singolo tirocinante.

Prevedere sanzioni per enti promotori e aziende

A fianco dei tirocinanti, da sempre, il Nidil Cgil. Il coordinatore regionale Andrea Gattuso teme che la misura dell’Avviso 22 resti “una eterna incompiuta”. “La situazione – dice a BlogSicilia – resta in fase di stallo. Noi attraverso segnalazioni e iniziative di protesta, abbiamo, nel corso di questi anni, sollecitato l’assessorato al Lavoro a trovare una soluzione. Il problema però rimane: sono ancora tanti i tirocinanti che non hanno ricevuto un solo euro, altri invece hanno ricevuto solo pagamenti parziali. Ripetiamo da tempo che i controlli sulla documentazione andavano fatti a monte, così non è stato e adesso a ‘pagare’ sono i tirocinanti.
Le criticità riguardano gli enti promotori e le aziende dove sono stati svolti i tirocini: ci sono enti che non si rendono reperibili, che hanno cambiato sede o addirittura chiuso. E noi assistiamo a uno scaricabarile, perché la Regione attribuisce la responsabilità dei mancati pagamenti proprio ad enti promotori e aziende.
A questo punto la Regione dovrebbe farsi carico di liquidare ai tirocinanti quanto gli spetta, e poi vedersela con enti e aziende.
La Regione deve attivarsi al più presto, anche eventualmente sanzionando enti promotori e aziende che non producono la documentazione necessaria. Ribadiamo che i tirocini sono conclusi da tempo, e che i tirocinanti ancora aspettano quanto gli è dovuto”.

Il difetto di comunicazione

Per Gattuso “c’è un evidente difetto di comunicazione tra l’assessorato al Lavoro e gli enti e le aziende. I soldi per pagare i tirocinanti ci sono, è un problema di procedure. Si tratta di risorse comunitarie che devono essere rendicontate. La Regione deve produrre la documentazione, sulla base però delle carte che arrivano da enti e aziende. Intanto si perde del tempo prezioso. L’assessorato al Lavoro dovrebbe rivedere le procedure che riguardano gli Avvisi di questo tipo, altrimenti verrà ovviamente meno la fiducia in questi avvisi che dovrebbero essere una risposta in termini sociali ed economici alla disoccupazione e al disagio. L’Avviso 22 si è rivelato inefficace, nonostante lo scopo fosse immettere nel mercato del lavoro i tirocinanti”.

L’amarezza dei tirocinanti

Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti dell’Avviso 22, non nasconde la propria amarezza. “Ad oggi – dice – molti tirocinanti non sanno se verranno pagati. A distanza di 2 anni dall’inizio di questa esperienza trovo quanto sta accadendo veramente assurdo. I tirocinanti sono disoccupati, e le istituzioni non li stanno tutelando in alcun modo. Come è possibile che nessuno si sia preso ancora la briga di far correggere errori e carenze documentali a enti promotori e aziende? Perché i controlli dovuti non sono scattati prima?
Un’amministrazione pubblica, come l’assessorato al Lavoro non dovrebbe far rispettare il principio di legalità?”
I tirocinanti dell’Avviso 22 non escludono di scendere nuovamente in piazza per una manifestazione di protesta.

(nella foto, di repertorio, una protesta dei tirocinanti dell’Avviso 22)

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