• Domani lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil
  • A scendere in piazza a Palermo anche i tirocinanti dell’Avviso 22
  • Attendono ancora di essere pagati dalla Regione siciliana

Avevano sperato di ottenere un lavoro, e di certo, non immaginavano che non sarebbero mai stati pagati per quanto effettivamente svolto. Sono i tirocinanti dell’Avviso 22 della Regione siciliana, che a due anni dal loro percorso formativo presso enti e aziende, si ritrovano in mano un pugno di mosche.
Moltissimi coloro che non hanno ricevuto il pagamento delle indennità che gli spettano.
In attesa di essere ancora pagati dalla Regione siciliana, come detto, denunciano di non aver ottenuto alcun rimborso e nessuna proposta di lavoro.

Una beffa tutta siciliana

Sono numerose le testimonianze di tirocinanti delusi e non poco arrabbiati e che si trovano in una situazione a dir poco incresciosa. Intrappolati nella burocrazia, e senza prospettive per il futuro, hanno deciso di scendere in piazza domani, in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil che si terrà anche a Palermo. A nulla sono valsi gli interventi all’Ars del deputato regionale del M5S Nuccio Di Paola, che ha sollecitato più volte lo sblocco dei pagamenti delle indennità che spettano ai tirocinanti. Quella dell’Avviso 22 è diventata una matassa ingarbugliata e nessuno sa dire, con esattezza, quando verranno pagati tutti i tirocinanti. I pagamenti effettuati sinora, infatti, sono stati pochi e con il contagocce, cioè ai tirocinanti non sono stati pagati i rimborsi per intero. Si sta procedendo ancora al controllo della documentazione relativa alle pratiche di ogni singolo tirocinante, ma tutto procede molto a rilento.

In piazza il 16 dicembre

Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti dell’Avviso 22, in merito alla decisione degli stessi di partecipare allo sciopero generale spiega: “Anche noi saremo presenti alla protesta per chiedere sia al governo regionale, che a quello nazionale, di adoperarsi concretamente in merito alle politiche attive del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i tirocinanti extracurriculari. Vogliamo gli stessi diritti dei lavoratori”.

Il miraggio di un lavoro

E ancora: “L’Avviso 22, per noi tirocinanti, è stato un vero e proprio lavoro e non un semplice percorso formativo.
Alla fine del tirocinio siamo stati mandati a casa senza alcuna occupazione o proposta di lavoro”.
Poi una dichiarazione forte: “Le aziende hanno preferito aspettare il successivo Avviso e Garanzia Giovani per usufruire del prossimo tirocinante a costo zero. L’Avviso 22 ci è servito a ben poco, nessuna garanzia di assunzione, nessuna stabile occupazione. L’Avviso 22 si è dimostrato una misura che avvantaggia le aziende che utilizzano personale a costo zero, e che hanno facoltà, finito il tirocinio, di ‘liquidare’ il tirocinante e prenderne in carico un altro. Tutto il sistema è profondamente sbagliato e va rivisto. In sintesi – conclude Lauria – sarò in piazza perché voglio lavoro di qualità e non precarietà, lo sblocco dei pagamenti delle indennità, diritti e tutele per chi svolge stage e tirocini”.

Cosa prevedeva l’Avviso 22

L’avviso 22 – relativo ai tirocini extracurriculari – finanziato dal Fondo sociale europeo prevedeva un corso formativo per chi ha redditi bassi. Tre le fasce di riferimento: under 35, fino a 65 anni e disabili. In campo circa 25 milioni di euro per percorsi formativi dai quattro ai sei mesi. Fino a dodici mesi per soggetti disabili e svantaggiati. I tirocinanti avrebbero dovuto percepire 500 euro al mese.

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