“Siamo stati chiamati da una barca in difficoltà nella zona Sar maltese. L’imbarcazione ha lasciato la Libia 23 ore fa e ha a bordo circa 40 persone. Abbiamo allertato le autorità maltesi poco dopo, alle 22:33. Restiamo in contatto con la barca”. Lo scrive in un tweet Alarm Phone, il servizio telefonico dedicato ai migranti in difficoltà nel Mediterraneo.

Intanto resta fuori dalle acque italiane la Sea Watch con a bordo ancora 42 dei 53 migranti che ha preso a bordo in acque libiche “E’ sempre più difficile mantenere la situazione sostenibile a bordo, non sappiano per quanto ancora possiamo continuare” dice Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, mentre la nave si trova ormai da dieci giorni al largo di Lampedusa. Linardi parla di un “dilemma” per la comandante della nave, Carola Rackete: “esercitare il proprio diritto ad entrare in porto per via della situazione di emergenza a bordo o rispettare l’interdizione” disposta dalle autorità italiane?. Nel primo caso scatterebbe il decreto sicurezza bis, con la possibilità di sequestro della nave ed una multa fino a 50mila euro per la stessa comandante e la ong. Cioè, spiega la portavoce, “un altissimo rischio di criminalizzazione”. Nel secondo caso, però, le condizioni a bordo sono sempre più difficili, senza la prospettiva di una soluzione a breve termine. “E’ disumano – sottolinea Linardi – che il comandante di una nave venga costretto a fare queste considerazioni per una legge ingiusta”.

Ieri, intanto, è giunta a Licata dove si trova sotto sequestro la nave madre dei migranti sorpresa a trasferire su un barchino un gruppo di clandestini poi giunti a Lampedusa

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