“Il 18 febbraio scorso, al Dipartimento Beni Culturali e dell’Identità Siciliana di Via delle Croci 8, si è svolto l’incontro dopo l’impugnativa, da parte del Consiglio dei Ministri, della norma che prevedeva lo stanziamento delle risorse per remunerare le prestazioni rese dai Lavoratori dei beni culturali della Regione Siciliana nel 2020 in eccedenza al terzo dei festivi. In quella occasione è apparso chiaro che l’amministrazione brancolava nel buio”. Lo dicono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.
Via ai decreti ingiuntivi
“Dopo l’incontro del 18 febbraio – commentano D’Amico e Romano – il Cobas/Codir e il Cu.Pa.S/Codir hanno dato mandato ai propri legali di avviare le procedure per fare emettere, ai competenti tribunali, i decreti ingiuntivi per il pagamento di quanto dovuto dall’amministrazione regionale a tutto il personale che ha garantito l’apertura dei siti regionali della cultura”.
“Farsa dell’amministrazione”
“Venerdì scorso – proseguono D’Amico e Romano – si è verificata l’ennesima farsa da parte dell’amministrazione Regionale. Tutto il Personale delle Strutture Centrali e Periferiche del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Sicilian ha ricevuto le buste paghe, relative al salario accessorio del 2020, con delle corpose riduzioni monetarie nonostante lo stesso abbia partecipato attivamente al raggiungimento degli obiettivi dei propri dirigenti e riportato una votazione, sulle schede individuali di ciascuno, tale da non permettere alcuna decurtazione salariale”.
La decurtazione dallo stipendio
“Abbiamo già inviato – continuano i due sindacalisti – una lettera all’Assessore e al Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, al fine di conoscere i motivi di tale decurtazione salariale di massa, invitandoli, stante quanto gravemente accaduto, a una celere risposta”.
L’allarme dei sindacati
“Quanto accaduto al Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – concludono i due sindacalisti di Cobas/Codir e di Cu.Pa.S./Codir -, pur nella considerazione che l’attuale Dirigente Generale non ha alcuna responsabilità perché in carica solo dal dicembre dello scorso anno, è un campanello d’allarme ben preciso dell’altissimo livello di disagio e di disaffezione che tutto il Personale dei beni culturali nutre nei confronti di una passata scellerata gestione della cosa pubblica che ha prodotto macerie e ricorsi legali nei vari tribunali dell’Isola. Nonostante ciò, il medesimo Personale ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità nel portare avanti l’intera attività amministrativa, gestionale e contabile di tutte le Strutture Centrali e Periferiche e mantenuto sempre aperti i siti regionali della cultura. Sia a tutti chiaro che non esiteremo a perseguire, nelle opportune sedi, i responsabili che hanno generato tale ingiusta decurtazione salariale di massa a costo di far uscire dalle loro tasche quanto indebitamente sottratto a tutto il Personale dei Beni Culturali”.
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