Il caso dei rifiuti presenti nello spiazzale del TMB dell’impianto di Bellolampo finisce in Procura. In data 2 febbraio 2023, è stato presentato un esposto sulle condizioni dell’impianto che raccoglie i rifiuti della città di Palermo. Due, in particolare, i filoni citati nel documento: i rifiuti presenti nello spiazzale del TMB e la relazione geologica del Piano di Sorveglianza e Controllo, che evidenzia alcuni criticità dal punto di vista ambientale.

“Superamento valori triclorometano nel pozzo Benfratello”

L’esposto, presentato dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo, è basato su una possibile violazione dell’articolo 32 della Costituzione, ovvero quello relativo al diritto alla salute. Documento che cita la relazione geologica dello studio Graziano, incaricato di eseguire i controlli sull’impianto e le relative aree limitrofe. Relazione nella quale i tecnici evidenziano quanto segue. Le analisi rilevano ancora una volta gli ormai consueti superamenti per il triclorometano nelle acque del pozzo Benfratello, le cui concentrazioni, da tempo praticamente costanti, sono riconducibili alla ben nota situazione di contaminazione delle acque di falda sotto la città di Palermo”.

La qualità dell’aria

Altro tema della relazione riguarda la qualità dell’aria. Elemento sul quale alcuni cittadini di Borgo Nuovo avevano protestato in passato. Ma se nel quartiere della V Circoscrizione non si registrano superamenti dei valori analizzati, discorso diverso riguarda le aree dell’impianto di Bellolampo. “La zona più prossima all’impianto TMB presenti valori di concentrazione maggiori rispetto a tutti gli altri punti. I dati di concentrazione di sostanze organiche volatili, ammonica, benzene e limonene riscontrate nei punti di misura posti in prossimità dell’impianto TMB evidenziano come l’accumulo di rifiuti sul piazzale esterno all’impianto generi un peggioramento della qualità dell’aria rispetto alle zone in cui non sono presenti rifiuti scoperti o non trattati“.

“I dati misurati – si legge nella relazione – confermano che la presenza delle maggiori concentrazioni di alcuni parametri (COV, ammoniaca, benzene, limonene) nell’immediato intorno dell’impianto TMB sia correlabile con i fenomeni di degradazione anaerobica dei rifiuti attualmente depositati sui piazzali, ma, come si è già fatto rilevare in note precedenti, un’attenta disamina evidenzia anche che queste elevate concentrazioni sono significativamente circoscritte a questo stesso settore.

La relazione dell’Arpa e lo stop ai rifiuti della Provincia

Altro punto focale dell’esposto in Procura del capogruppo pentastellato riguarda il sopralluogo eseguito dai tecnici di Arpa a fine novembre. Un resoconto con il quale i tecnici hanno chiuso la porta alla possibilità di ingresso di ulteriori rifiuti provenienti dalla Provincia. Relazione nella quale i tecnici ambientali evidenziano una serie di criticità. Problemi che vanno risolti, anche alla luce della nota emanata dall’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, che ha vincolato i conferimenti nella futura settima vasca proprio alla risoluzione delle criticità presenti all’interno dell’impianto.

Una relazione frutto di un sopralluogo effettuato dai tecnici di Arpa nella giornata di venerdì 25 novembre 2022. Data nella quale i rappresentanti dell’ente avevano verificato le operazioni di scarico di rifiuti provenienti da Palermo, il trattamento meccanico del TMB e l’abbancamento della spazzatura in IV vasca. Un giro per l’impianto non iniziato nel migliore dei modi, così come si legge nel documento dei tecnici. “All’ingresso, lungo la strada di accesso alla SP1, è stata riscontrata la presenza di rifiuti in plastica depositati sul suolo o impigliati nella vegetazione. Segno di una cattiva gestione delle aree esterne”.

“Tutte le aree esterne e interne della piattaforma – proseguiva la relazione – sono ricoperte di fango, colaticci e rifiuti aerodispersi“. Aree esterne sulle quali erano presenti, al momento del sopralluogo, circa 75.000 tonnellate di rifiuti arretrati. Di questi, 37.000 tonnellate erano di rifiuto tal quale, 10.000 di sopravaglia e 29.500 di sottovaglio. All’atto dell’ispezione erano presenti sette trituratori di cui, si legge, nella relazione, “solo uno funzionante”.

 

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