Anche i giovani di Forza Italia in Sicilia si mobilitano alla raccolta delle firme per sostenere la petizione per la nomina del Presidente Berlusconi a senatore a vita e per una riforma vera della giustizia in Italia.

“Dopo quello che abbiamo letto e sentito in questi giorni, – si legge in una nota del coordinamento regionale dei giovani di Forza Italia guidati da Andrea Mineo – con la scoperta che la democrazia in Italia è stata abbattuta da sentenze pilotate per colpire l’avversario politico, abbiamo sentito forte il dovere di fare la nostra parte per chiedere con forza che si faccia luce su quanto è accaduto nei confronti del president e Berlusconi. Aderiamo alla proposta di raccogliere le firme per la petizione affinché sia nominato senatore a vita, ma nello stesso tempo è necessario che si metta mano a una vera riforma della giustizia che sia da garanzia per tutti i cittadini e per la stragrande maggioranza dei magistrati integerrimi che ogni giorno svolgono, spesso con difficoltà, questa professione”.

In tutta la Sicilia, da lunedì 6 e per tutto il mese di luglio, saranno mobilitati tutti i giovani iscritti al partito, eletti, quadri, dirigenti, per la raccolta delle firme con banchetti in tutte le città.

“Invito tutti i cittadini che credono ancora nella giustizia e nella democrazia a firmare la petizione per sostenere la nomina di Silvio Berlusconi a senatore a vita”. Così, in una nota, il commissario regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè.

L’idea è nata all’indomani della diffusione dell’audio choc di Amedeo Franco, il giudice relatore in Cassazione del processo sulle frodi fiscali delle reti Mediaset, che aveva parlato di “plotone di esecuzione” contro il leader di Forza Italia. E adesso Gianfranco Miccichè lancia un appello ai siciliani, perché aderiscano alla raccolta delle firme, con cui verrà chiesto al Presidente della Repubblica la nomina di Berlusconi a senatore a vita. Un’altra ‘gatta a pelare’ per il Presidente della repubblica Sergio Mattarella se la raccolta dovesse completarsi e arrivare sul suo tavolo, perchè quale che sia la scelta scontenterà una parte del Paese e sarà destinatario di sicuri attacchi

“Nel 2013 è stato prima condannato e poi estromesso dal Senato grazie ad una sentenza che oggi è sotto gli occhi di tutti. La politica ha il dovere di reagire in maniera seria e determinata – ha sottolineato Miccichè -. E’ necessario fare un’operazione verità e istituire una commissione d’inchiesta sull’uso politico della giustizia, affinché quella parte deviata della magistratura non possa pensare di governare il Paese e per evitare il ripetersi di ingiustizie che hanno travolto il corso della storia”, ha concluso il commissario azzurro.