“In queste ultime ore sono costantemente aggiornato sulle condizioni di fratel Biagio Conte. La mia vicinanza e il mio incoraggiamento nei suoi confronti sono quelli di un’intera città che si stringe attorno al missionario laico in questa dura battaglia”. Lo dichiara il sindaco, Roberto Lagalla dopo che si è sparsa la notizia dell’aggravamento delle condizioni di salute del missionario palermitano che sta lottando conto un cancro al colon.

Le condizioni che peggiorano per il frate laico

Si sono aggravate negli ultimi giorni le condizioni di salute di Biagio Conte. Il missionario laico palermitano, fondatore della Missione Speranza e Carità, che assiste gli ultimi, è affetto da un brutto male. Nonostante i cicli di chemioterapia, la situazione clinica del frate è peggiorata nell’ultimo periodo mettendo in apprensione i fedeli e la Chiesa del Capoluogo dove assiste decine di persone in difficoltà. Della sua malattia non ha mai fatto mistero, parlandone sin da quando ha scoperto la neoplasia, la scorsa estate. Da allora fratel Biagio ha chiesto preghiere.

Palermo si stringe attorno a lui

E preghiere chiede la Chiesa di Palermo per il missionario. In questo momento chi è vicino a fratel Biagio chiede preghiere e attenzione per gli ospiti della Missione; la Chiesa di Palermo prega per lui. Da fonti vicine alla Missione non trapelano informazioni dettagliate. Chi è vicino al missionario chiede preghiere, perché la situazione è critica. Si sa soltanto che fratel Biagio sta molto male e che la chiesa palermitana, ma non soltanto, sta pregando per lui.

La battaglia contro il cancro

A ottobre Biagio Conte aveva scritto all’arcivescovo di Palermo Lorefice: “Carissimo Arcivescovo Corrado, fratel Biagio ti chiede di starmi tanto vicino, mi hanno riferito dopo un’ulteriore visita medica all’ospedale Ismett, che devo prolungare altri tre mesi di chemioterapia e dopo operarmi al colon, e dopo un altro ciclo di chemioterapia, interverranno al fegato, per sostituirlo, cioè faranno il trapianto”. “Caro Pastore Corrado, sono molto preoccupato – aveva scritto ancora nella lettera – stammi vicino, mi affido alle tue preziose preghiere e sono contento di condividere oggi i tuoi preziosi anni; sappi che le mie misere preghiere sono vicine a te ed a tutta l’amata Santa Chiesa”.

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