I disallineamenti delle Partecipate, lo spettro di un aumento dell’Irpef a partire dal 2023 e il futuro dei conti del Comune di Palermo. Questo e molto altro è contenuto nel bilancio di previsione 22-24, documento contabile attualmente commissariato dalla Regione e che, se approvato, porrebbe fine ad una serie di ritardi relativi agli atti economico-finanziari dell’Amministrazione Comunale. Un bilancio anche questo tecnico, sul quale grava la futura spada di Damocle delle trattative da condurre con il Governo Nazionale.

La spada di Damocle del piano di riequilibrio

Documento che ha ricevuto, proprio in questi giorni, il semaforo verde dal Collegio dei Revisori dei Conti. alvatore Sardo, Carmelo Scalisi e Vincenzo Traina hanno infatti dato parere favorevole all’atto, sottolineando però alcune criticità divenute croniche negli ultime anni. I tecnici hanno infatti ricordato, nel parere inviato all’Amministrazione e al Consiglio Comunale, che “innumerevoli problematiche del Comune di Palermo impongono una attività amministrativa decisa ed oculata. Quest’ultima volta ad attuare tutti i correttivi necessari a superare tutte le criticità segnalate dalla Ragioneria Generale; dallo scrivente Collegio dei Revisori dei Conti e ben note a tutti gli attori del Comune di Palermo. Ciò dagli organi amministrativi a quelli tecnici e a tutta la dirigenza dell’Ente”.

“Pur prendendo positivamente atto – prosegue la nota del Collegio dei Revisori – che con l’approvazione del Rendiconto 2021 e del presente Bilancio di Previsione si sono recuperati gravi ritardi sino ad oggi accumulati, rinvia le proprie valutazioni in ordine allo strutturale recupero di condizioni di equilibrio allorquando sarà chiamato alla formulazione del proprio parere alla rimodulazione del Piano di Riequilibrio. Ciò per come manifestato da parte dell’Amministrazione attiva ed il cui termine scade prossimo 31 marzo 2023″. Tradotto, tutto viene rimandato ai tavoli romani. Ciò nella speranza che il sindaco Roberto Lagalla riesca a strappare condizioni migliori di quelle ottenute dal suo predecessore Leoluca Orlando.

La gestione provvisoria e il nodo IRPEF

Nell’attuale bozza di piano di riequilibrio, lo Stato ha destinato al Comune siciliano circa 180 milioni di euro. Troppo pochi se rapportati alle esigenze dell’Amministrazione del capoluogo siciliano. Risiko dei conti che, da luglio 2021, hanno costretto il Comune di Palermo alla gestione provvisoria. Fatto che ha comportato criticità, con alcune attività che “si sono potute espletare – scrive il Collegio – grazie alla legislazione emergenziale e derivante dalla pandemia da COVID19“. Deroghe alle quali si sono uniti i fondi derivanti dal cosiddetto “fondone”, che hanno permesso di azzerare l’aumento dell’Irpef per il 2022, e quelli che arrivano dal futuro piano di riequilibrio.

Proprio a proposito dell’Irpef, se per l’annualità 2022 l’addizionale rimarrà ferma allo 0,8% (ciò grazie agli emendamenti che hanno modificato il  testo del decreto aiuti bis), ci sarà da discutere per il futuro. In merito alle annualità 2023 e 2024, stante così le cose e con l’attuale piano di riequilibrio, il gettito Irpef dovrebbe a 111 milioni nel 2023, per poi ridursi a circa 90 milioni nel 2024. Ciò a causa dell’aumento dell’addizionale attualmente previsto dall’attuale piano di riequilibrio. Fatto che potrà essere scongiurato soltanto da ulteriori risorse provenienti da Roma.

“Si tenga presente che le previsioni per gli esercizi finanziari 2023 e 2024 sono stati effettuati sulla base di quanto previsto dal vigente piano di riequilibrio pluriennale e dalle deroghe sull’aliquota massima (attualmente lo 0,80%) dall’accordo Comune con il Presidente del Consiglio dei Ministri od un suo delegato (di cui all’art. 1 comma 572 del Legge 234/2021)”, evidenziano i tecnici.

LA TARI e gli extracosti

Capitolo a parte riguarda la TARI, le cui entrate si attestano a circa 133 milioni di euro. Nove milioni in più rispetto all’annualità precedente. Cifra frutto del filone legato agli extracosti sostenuti da Rap per trasportare i rifiuti all’esterno dell’impianto di Bellolampo negli anno scorsi. Tutto contenuto e richiamato dal Pef TARI 2022-25 approvato in Consiglio Comunale a fine agosto.  “Il costo del servizio approvato con tale delibera è stato pari ad euro 133.212.649,62. Al netto delle somme recuperate dal fondone (2.700.000,00) è pari ad euro 130.512.649,62. Nell’occasione è stato possibile destinare la somma di euro 2.700.000,00 a valere sul fondone 2021 e risultati disponibili. Ciò poiché non utilizzati e non necessari per fronteggiare il maggiore costo della cosiddetta “bolletta energetica”.

I disallineamenti con le società Partecipate

In un parere lungo oltre quaranta pagine, i tecnici contabili del Comune passano in rassegna i problemi relativi ai disallineamenti con le società Partecipate. “Sicuramente – scrive il Collegio dei Revisori – il bilancio di previsione 2022/2024, ma ancor più il Bilancio di Previsione 2023/2025, saranno influenzati da talune vicende che rappresentano la propria manifestazione numerica nei cosiddetti disallineamenti, ma che derivano da alcune vicende gestionali che sono collegate in particolare alla gestione della discarica di Bellolampo ed anche alla transazione tra RAP, comune di Palermo e curatela AMIA“.

“Si ritiene – prosegue il parere – anche che le annualità e gli esercizi finanziari a partire dal 2022 saranno influenzati anche da altre vicende collegate alla gestione della partecipata AMAT. Nonchè alle sue problematiche gestionali che l’hanno portata ad elaborare un piano di risanamento. Atto che ancora non ha manifestato i propri effetti“.

Un giudizio, quello del Collegio dei Revisori, implacabile sulla questione. “La presenza dei disallineamenti costituisce, una grave violazione del principio, disposto dalla Legge n.147/2013, secondo cui tutti i costi di smaltimento riferiti ad un anno devono immancabilmente trovare copertura finanziaria attraverso il solo gettito riveniente dalla tassa sui rifiuti. Le criticità esposte rappresentano una persistente gravissima irregolarità contabile“. Quest’ultima “già segnalata, pericolosa per gli equilibri di bilancio. Ciò oltre che a sottrarre risorse che potrebbero ben essere impegnate in maniera diversa e sicuramente più proficua. Su tale aspetto si rende necessario ricordare che le risorse utili a superare questi squilibri sono idoneamente allocate tra gli accantonamenti”.

In settimana dibattito in Consiglio Comunale

Fatto su cui si tornerà a discutere in Consiglio Comunale, con le opposizioni che, quasi sicuramente, richiameranno quanto introdotto nel rendiconto 2021. Ovvero la “clausola”, messa nel documento dopo l’emendamento del consigliere Ugo Forello. Modifica che impone all’Amministrazione di agire nel senso di azzerare i disallineamenti con le società Partecipate. Ciò all’alba di quello che sarà il nuovo corso dei bracci del Comune di Palermo, in attesa di conoscere le nuove governance. Ovviamente, laddove ci saranno cambiamenti, comunque rinviati al periodo post bilancio. Intanto, quest’oggi avverà la surroga che ufficializzerà l’avvicendamento in casa Fratelli d’Italia. Dopo le dimissioni presentate dal deputato regionale Fabrizio Ferrara, entrerà in Consiglio Comunale la giovane Teresa Leto.

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