Il giorno del ritorno al lavoro. Sarà un ritorno soft quello di oggi per i 90 deputati di sala d’ercole dopo una settimana di vacanza e con la tranquillità di avere approvato un esercizio provvisorio che garantisce continuità alla Regione fino al 19 febbraio.
Ma proprio questo esercizio provvisorio potrebbe mettere in crisi tutto e tutti. fino all’anno scorso, infatti,la Sicilia era l’unica regione italiana, anzi l’unico ente pubblico, che, in forza del suo Statuto Speciale, quando spendeva in dodicesimi, dunque durante l’esercizio provvisorio, non utilizzava il bilancio dell’anno precedente ma le previsioni (non ancora approvate) dell’anno in corso.
Questa differenza con gli altri faceva sì che non si creassero problemi con spese al di fuori delle proprie possibilità (ammesso che il bilancio di previsione fosse predisposto con diligenza). Ma insieme alla rinuncia al contenzioso con lo Stato la Regione ha recepito anche in Sicilia le norme finanziarie pubbliche che prevedono, invece, che si usino come riferimento i conti dello scorso anno quando si va in esercizio provvisorio.
Un recepimento che l’Ars ha effettuato velocemente, badando più al contenzioso che agli allegati. E dunque il 30 dicembre ha approvato un esercizio provvisorio ‘all’antica’ ovvero sulla base dei primi due mesi di previsioni del 2016 anziché quelli del 2015 come da nuovo regolamento.
Il risultato è che spenderemmo come lo scorso anno quando la Corte dei Conti ci dice abbiamo sovradimensionato il bilancio giungendo a fine anno in perdita di almeno 350 milioni. ma c’è di più. Lo scorso anno la Sicilia ha contato anche sull’uso dei fondi Fas per la spesa corrente cosa che quest’anno non potrà fare. Forse per questo l’assessore Baccei ha finto di dimenticarsi della nuova norma?
Il rischio è che evitate le spese folli in due mesi qualcuno se ne accorga a Roma e impugni l’esercizio provvisorio dichiarandolo nullo e bloccando la Regione. In fondo l’assessore all’Economia aveva sempre detto che si poteva tenere la spesa bloccata e proseguire con l’analisi.
La parola d’ordine è prendere tempo sperando che da Roma arrivino soldi che continuano a non esserci. Intanto in aula la giunta si prepara a riportare la norma salva Riscossone Sicilia con un peso in più: i deputati saranno certamente meno disposti di prima dopo il polverone sollevato da Antonio Fiumefreddo contro gli onorevoli evasori.
Numerosi deputati hanno annunciato che lo quereleranno, Crocetta dice che si tratta di una bufala e qualcuno fa notare che negli elenchi di Riscossione Sicilia fra i debitori ci sarebbe anche lo stesso Fiumefreddo. Quale sia la verità sarà difficile capirlo, certamente il danno mediatico è fatto per tutti: deputati evasori e non, per lo stesso fiumefreddo e probabilmente anche per la sopravvivenza di Riscossione Sicilia
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