Trapani-Palermo, il binario morto da otto anni attende  segnale verde

  • 144 milioni di euro per ripristinare la linea ferrata bloccata dal 2013
  • Nominato il commissarion governativo che dovrà far partire i lavori
  • La linea attualmente operativa venne inaugurata nel 1937

Lo chiamano il Binario morto. Da otto anni la linea ferrata che collega Trapani e Palermo è bloccata per una serie di dissesti lungo il percorso. La deadline è il 25 febbraio 2013, quando la circolazione viene sospesa, a tempo indeterminato, tra le stazioni di Alcamo Diramazione e Trapani. Adesso, con la nomina dei commissari da parte del Governo nazionale, si accende la luce verde per il ripristino di quel collegamento. Per completare l’opera servono 144 milioni di euro. Le risorse ci sono. Toccherà quindi al commissario Filippo Palazzo dare una risposta attesa dai tanti pendolari che utilizzerebbero volentieri quella tratta.

Il collegamento venne sospeso perché la terra stava letteralmente inghiottendo quei binari. Questo l’elenco dei danni che convinse i tecnici a dire stop: erosione del fondo degli alvei, erosione delle fondazioni delle pile dei viadotti, instabilità delle scarpate di rilevati e trincee, fessurazioni su opere d’arte esistenti, versanti in frana. In pratica, un disastro globale.

 

La Trapani Palermo via Milo  è compresa nell’elenco dei progetti “licenziati” dal Ministero delle Infrastrutture come “strategici”. Affidato a gestione commissariale, ha un costo complessivo di circa 144 milioni di euro. La cura del progetto è affidata all’ingegner Filippo Palazzo, sul cui groppone ricade anche la responsabilità del progetto Av/Ac della rete ferroviaria tra Palermo e Catania.

La storia del collegamento Trapani Palermo

Da anni i movimenti civici e la politica chiedono di intervenire. Quel binario è un pezzo della storia dei trasporti in Sicilia. Il collegamento nasce come ideale prosecuzione della linea costiera sino allo Stretto di Messina.  La prima rete ferroviaria tra Palermo e Trapani risale al 1881, un servizio gestito allora dalla Società Sicula Occidentale. Si trattava di un tracciato di oltre 194,314 km, perché  si insinuava anche all’interno del territorio. A quei tempi rappresentava un terzo della rete  ferroviaria isolana. Il tracciato seguiva la costa da Palermo fino ad Alcamo, raggiungeva, puntando a sud verso l’interno, Mazara del Vallo e da qui riprendeva a correre lungo la costa fino a Marsala e a Trapani.  Non era certamente la via più breve tra Palermo e Trapani. Ma il motivo c’era:  lo scopo della ferrovia infatti non era quello di collegare i due capoluoghi quanto quello commerciale di far giungere a Palermo il pesce di Mazara del Vallo e i vini di Marsala. Non si puntava al traffico viaggiatori ma a quello delle merci.  La linea attuale, quella bloccata da otto anni, risale invece all’estate del 1937.