Palermo-Catania-Messina, il collegamento ad alta velocità e capacità costerà quasi 9 miliardi

  • La linea fa parte della rete Trans European network
  • Per completare i lavori dal Recovery fund arriva 1,44 miliardi di euro
  • Il governo ha affidato il ruolo di Commissario straordinario all’Ingegner Filippo Palazzo

Palermo-Catania-Messina: è il treno dei desideri. Quella linea ferrata da oltre trenta anni rappresenta il sogno di collegamenti veloci e sostenibili nel cuore della Sicilia. Per dare una spinta al progetto e per sopperire alla carenza di risorse, questo collegamento ferroviario è stato inserito nella lista delle 57 opere  indicate come prioritarie dal Ministero delle Infrastrutture. Con un Dpcm specifico, le 57 opere sono state dotate di nuove risorse finanziarie ed affidate a commissari governativi. Per la Palermo-Catania-Messina, il Commissario governativo sarà l’ingegnere Filippo Palazzo è stato nominato commissario governativo.

Pensata sin all’inizio degli anni novanta, la linea Palermo-Catania- Messina è stata immaginata come parte essenziale del  Corridoio Scandinavia-Mediterraneo della rete Trans european network.

Per il treno dei desideri servono quasi 9 miliardi

Nel corso degli anni, il costo di questa dorsale ferroviaria è cresciuto a dismisura, passando da una stima iniziale di circa 6 miliardi a quasi 9. L’ultimo dato disponibile parla di un costo complessivo di 8,77 miliardi, con una copertura pari a 7,25 miliardi di euro.  Per completare l’opera si farà ricorso, secondo quanto riportato nello schema presentato da RFI al Governo, a risorse del PNNR pari a 1,44 miliardi di euro. 

La storia del treno dei desideri

Perchè è stato necessario tutto questo tempo? Sul piano progettuale, l’opera si è rivelata più complessa del previsto. Secondo i tecnici, si sconta l’errore originario di aver pensato  a quel collegamento come a un mero restyling di tracciati già esistenti.

La rivoluzione della linea Palermo Catania Messina viene pensata all’inizio del 2004, quando RFI presenta al governo un progetto preliminare.  Nel 2014, poi, l’opera viene inserita nella Legge “Sblocca Italia” e i lavori vengono affidati al Commissario Maurizio Gentile. Nel frattempo, però,  anche la previsione dei costi è schizzata alle stelle. Dai poco più di 6 miliardi originari, il costo dell’opera è arrivata a sfondare il tetto dei 9,2 miliardi. Al 31 ottobre 2019, – siamo in epoca del Decreto “Sblocca Cantieri” secondo i dati diffusi da RFI, per completare il progetto sono disponibili “soltanto” 7,250 miliardi. All’appello però mancano 1.92 miliardi.

 

Con il recentissimo intervento del Ministero delle Infrastrutture il progetto viene nuovamente rimodulato.  Nello schema fornito da Rfi viene anche indicata la data di attivazione di ciascun intervento. Si parte con il Lotto Bicocca. Catenanuova con segnale verde previsto nel 2023, per arrivare sino ai tratti Letojanni-Taormina-Fiumefreddo e il raddoppio della Giampilieri Taormina che saranno attivati soltanto nel 2029.

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