Blitz in aula e il contenzioso non c’è più. La maggioranza regionale mette una pezza alle divergenze interpretative che hanno portato a rischiare lo stop a tutti i documenti economico contabili della Sicilia. Alla fine il governo regionale ritira il ddl di rendiconto 2017 modificato, che aveva fatto scoppiare il caso e attivato la sezione di controllo della Corte dei conti, e, senza preavviso, porta in aula una sorta di maxi emendamento. Un blitz cher permette di approvare un testo che la Corte dei Conti dovrebbe accettare e, di conseguenza, di sbloccare tutte le procedure per i successivi passaggi che portano fino all’approvazione del bilancio di previsione 2019.
Il documento in aula è stato approvato in pochi minuti insieme all’assestamento di bilancio e ai debiti fuori bilancio. Norme tecniche secondo il governo e dunque senza valore politico ma senza le quali non si può andare avanti. La maggioranza ha tenuto, forse perchè presa di sorpresa ne piàù ne meno dell’opposizione che ha tentato di bloccare il blitz abbandonando l’aula.
“Non possiamo assistere ad un comportamento vergognoso da parte di un governo che non ha il minimo rispetto per l’operato della magistratura contabile, evidenziato dai fatti assolutamente unici accaduti negli ultimi giorni. Ora l’esecutivo dice di aver risolto il problema verbalmente con la Corte dei Conti, comunicando che non ha intenzione di inoltrare il disegno di legge alla magistratura contabile” hanno commentato i deputati del Movimento 5 Stelle, dopo aver ascoltato l’assessore Armao in commissione Bilancio. “Il vicepresidente della Regione ha infatti comunicato che non ci sono documenti che comprovino che il nuovo disegno di legge sia apprezzato positivamente dalla Corte dei Conti, ha parlato di un colloquio verbale e ha comunque escluso che il nuovo testo sarà trasmesso alla magistratura contabile”.
“Anche se la legge non lo impone – continuano i parlamentari – non trasmettere il documento alla Corte dei Conti suona come un guanto di sfida ad una Istituzione dello Stato, cosa che per noi è inaccettabile. Se la proposta venisse approvata dal Parlamento e poi impugnata, i danni per la nostra Regione sarebbero incalcolabili e, a quel punto, probabilmente irrimediabili”.
“Alla nostra richiesta di prendere tempo fino a domani – proseguono – per poter studiare i nuovi documenti e poterli confrontare con quelle che erano le prescrizioni in fase di parifica, ci è stato risposto che ci concedevano 30 minuti, tempo assolutamente insufficiente per poter lavorare al meglio e poter valutare eventuali emendamenti. La maggioranza richiama le opposizioni alla responsabilità, ma non è disposta a essere responsabile di fronte a richieste più che legittime, sfruttando, come sempre è avvenuto, la fretta per non far capire nulla soprattutto ai siciliani”.
“Il movimento 5 stelle – concludono – non è disposto a prendere parte ad una farsa tragica, degna della peggiore politica, il tutto condito da una incapacità amministrativa senza precedenti. Infatti , l’aver ritirato il disegno di legge oggetto della contestazione della Corte dei Conti per riproporre il vecchio documento, altro non è che un’ammissione di colpa di chi, colto in flagrante, non sa più cosa inventarsi”.
Dal capogruppo del Pd Giuseppe Lupo arrivano critiche simili “Stiamo assistendo al teatro dell’improvvisazione. Prima il ‘pasticcio’ del governo alla Corte dei Conti – dice – poi una soluzione prospettata in aula che però appare ancora incerta e confusionaria. Insomma, un’altra giornata trascorsa a Palazzo dei Normanni in attesa che il governo batta un colpo”.
Della giornata all’Ars restano la marcia indietro del governo, le polemiche ma anche e soprattutto lo scongiurato rischio di blocco degli stipendi e la ripresa del percorso di bilancio e finanziaria nella speranza che la Corten dei Conti non abbia nulla da ridire
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