Rischia di saltare tutto il cronoprogramma del governo Musumeci che doveva portare ad una approvazione di bilancio e finanziaria all’Ars entro il 31 dicembre senza far ricorso all’esercizio provvisorio.

Lo scontro con la Corte dei Conti sulle interpretazioni della legge, anticipato due giorni fa da BlogSicilia ,e sul bilancio 2017 riguardante la modifica effettuata dalla giunta con una nuova legge dopo la parifica, rischia di avere conseguenze anche sul bilancio corrente 2018 e sul previsionale in preparazione 2019.

La vicenda è sottoposta a verifica da parte della Corte dei Conti che deve pronunciarsi dopo essere entrata ieri in camera di Consiglio. Era stato chiesto un aggiustamento di alcuni parametri sul rendiconto 2017 ma il resto era stato ‘parifica’ in udienza. La Regione, invece, avrebbe cambiato tutto e c’è il rischio di una nuova udienza di parifica a ridosso di Natale e dunque col conseguente slittamento di assestamento 2018 e previsione 2019.

Se la Corte dovesse riavviare le procedure di parifica annullando la delibera di giugno, il bilancio 2018 potrebbe ‘bloccarsi’ e con esso la capacità di spesa della Regione a cominciare dalle tredicesime e dagli stipendi di dicembre dei dipendenti regionali.

Ma il governo non intende fermarsi nell’attesa di questi pronunciamenti e prepara bilancio e finanziaria 2019 con scelte precise. Le scelte della Corte dei Conti si affronteranno quando saranno ufficiali e circostanziate.

Intanto ieri sera la giunta ha dato il via libera ad alcuni dei provvedimenti che saranno inseriti nei documenti economico-finanziari partendo da una norma che fa della Sicilia una zona franca per i singoli come avviene in Portogallo attraverso “agevolazioni per le persone che trasferiscono la residenza fiscale in Sicilia”. Prevista l’esenzione dall’Irpef regionale, dalle imposte comunali, dal bollo auto e sgravi sull’acquisto degli immobili: la norma vale solo per chi, straniero o italiano, almeno da dieci anni non è residente in Italia. L’obiettivo è quello di frenare lo spopolamento della Sicilia e portare un flusso di denaro liquido e circolante.

C’è poi la promessa esenzione dal bollo auto per chi ha un reddito personale inferiore ai 25mila euro lordi l’anno e un’autovettura di cilindrata non superiore a 1.200. Un cavallo di battaglia elettorale che, si era detto, sarebbe arrivato come provvedimento 2019.

Nella manovra, però, ci sono anche norme che devono servire a fare cassa, compensare le minori tasse e magari migliorare la condizione economico-finanziarie dell’isola. Ci si prova con nuovi canoni e a nuove tariffe per chi chiede autorizzazioni per impianti di trattamento rifiuti o energetici, con i canoni demaniali, con le concessioni sulle cave e sulle acque minerali e quelle per l’estrazione e lo stoccaggio di  idrocarburi.

Ma l’assessore Armao frena “Le misure in finanziaria sono ancora all’esame della giunta. Sono state date alcune anticipazioni, ma sono ancora all’esame della giunta pertanto e quando saranno pronte e definite le presenteremo con il presidente della Regione Nello Musumeci”.

”Il complesso degli atti che riguardano i documenti finanziari è composto dal bilancio, dalla legge di stabilità che contiene norme di stretta attinenza finanziaria, cioè norme che determinano o delle maggiori entrate o delle minori uscite e poi un collegato di tipo ordinamentale che contiene le disposizioni a completamento della manovra già indicate dal documento di economia e finanza” ha aggiunto Armao.

Sullo scontro con la Corte dei Conti Armao ha precisato “Non c’è conflitto ma una semplice divergenza interpretativa su norme di prima applicazione, perché stiamo parlando di un testo molto complesso che sta avendo le prime applicazioni, saranno registrate nelle prossime ore senza alcun problema”.

“Allo stato non ci sono gli elementi per un esercizio provvisorio del bilancio. Certo se le cose si complicano, ma non ci sono elementi, l’ho definita una tempesta in un bicchiere d’acqua di tipo puramente formale che può trovare una semplice soluzione forte con una interlocuzione forte come quella che abbiamo con la Corte dei Conti”.

Articoli correlati