“Il Mise ha convocato il vertice sulla Blutec il 5 marzo alle 16, proprio quando a Termini Imerese comincerà la sfilata dei carri per il Carnevale, la festa più importante dell’anno in tutto il comprensorio. Mi sembra alquanto singolare”.

Lo dice il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta, a Roma con altri dieci amministratori di comuni del comprensorio, per il sit-in, assieme ai sindacati e a un gruppetto di operai, davanti alla sede del ministero per lo Sviluppo per protestare contro il ritardo nella proroga della cassa integrazione per oltre 700 lavoratori e il mancato decollo del piano di reindustrializzazione di Blutec, fermo al palo da anni.

“Sulla vertenza Blutec, il Mise se la prende comoda – commenta il sindaco Metropolitano di Palermo Leoluca Orlando – Di fronte alla crisi del territorio imerese e madonita, arriva la convocazione solo per il 5 marzo e per di più senza invitare il Sindaco di Termini Imerese. Una vergogna”.
“La data del 5 marzo è inaccettabile, conferma il disinteresse rispetto a una situazione esplosiva. I lavoratori dovrebbero aspettare quasi un mese, intanto il piano di reindustralizzazione rimane fermo e non c’è copertura della cassa integrazione. Domani noi saremo assieme ai sindaci davanti al ministero per protestare”. Questo il commento del segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone. Per la Fiom è “grave” che tra i destinatari della convocazione non ci sia il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta.
Intanto sono dieci tra sindaci e amministratori del comprensorio di Termini Imerese (pa) giunti a Roma per manifestare davanti al ministero per lo Sviluppo, assieme a una delegazione sindacale di Fim Fiom e Uilm, contro i ritardi nella proroga della cassa integrazione per oltre 700 operai della Blutec e dell’indotto e per il mancato rilancio dello stabilimento da parte dell’azienda, dove sono stati riassorbiti finora solo 130 lavoratori. Gli amministratori in presidio indosseranno le fasce tricolori.
A Roma sono presenti i sindaci di Termini Imerese, Ventimiglia, Trabia, Campofelice di Roccella, Caccamo, Sciara, Cerda, Baucina, Ciminna, il vice sindaco di Lascari; per il comune di Palermo c’è l’assessore Giovanna Marano. Sostengono la vertenza dei lavoratori altri sindaci rimasti in Sicilia, tra cui quelli di Cefalù, Montemaggiore Belsito, Castelvetrano.
Con loro anche il segretario del Pd siciliano, Davide Faraone “Con i sindacati, i sindaci del territorio e Carmelo Miceli giù ad aspettare che Di Maio si decida a convocarli in fretta. Dai piani alti del ministero nessun segno di vita. Il ministro quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, scappa. C’è solo un problema, 700 lavoratori Blutec, ex Fiat, più 300 dell’indotto non ce la fanno più”.
“Oggi siamo a Roma per chiedere subito un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, il 5 marzo è troppo lontano e i lavoratori sono ormai esasperati” dicono Ludovico Guercio segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani e Antonio Nobile segretario provinciale Fim Cisl che oggi sono Roma con i lavoratori, Fiom e Uilm e con i sindaci del comprensorio per chiedere di essere ricevuti davanti la sede del Mise.
“Attenderemo qui fino a che non avremo una risposta, la cassa integrazione deve essere subito prorogata, non si possono lasciare i lavoratori in questa situazione d’incertezza. Se non esistono dubbi, come affermato dalla stessa azienda, sul percorso del progetto di rilancio di Blutec per lo stabilimento di Termini Imerese  allora si approvi subito”. La cassa integrazione dovrebbe essere finanziata fino al 31 dicembre 2019 ed è necessaria per scongiurare il licenziamento dei 692 lavoratori e per accompagnare il piano di reindustrializzazione dell’area dello stabilimento di Termini Imerese.
“Vogliamo certezze sul piano industriale, serve un incontro urgente per esaminare lo stato di avanzamento del piano industriale, entro il mese di febbraio dovrebbe partire la produzione del Doblo elettrico con il rientro di altri operai, vogliamo risposte” concludono
E anche in Sicilia due sit-in degli operai Blutec e dell’indotto sono in corso a Palermo, davanti alla Presidenza a Regione, e a Termini Imerese nel piazzale del municipio dove i lavoratori sono giunti dopo un breve presidio di fronte ai cancelli della fabbrica. Le iniziative in concomitanza col sit-in davanti al Mise dove sono presenti dieci tra sindaci e amministratori dei comuni del comprensorio termitano e sindacalisti e operai di Fim Fiom e Uilm. Proroga della Cig per oltre 700 operai e rilancio della fabbrica i motivi della protesta.

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