Bocciata la mozione di censura all’assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici presentata dal Movimento 5 stelle dopo la condanna da parte della Corte dei Conti nei confronti dell’attuale assessore ed allora presidente del gruppo Pd all’Ars per le spese pazze della scorsa legislatura.

Cracolici dovrà risarcire 346 mila euro ma ha già annunciato ricorso rispetto a questa decisione della Corte dei Conti. Per i 5 stelle la permanenza di Cracolici nella carica di assessore, però, era inopportuna.

Dopo un dibattito durato tutto il pomeriggio l’aula ha bocciato la mozione con 50 voti contrari, 13 favorevoli e 7 astenuti. Bocciate, prima, sia le richieste di voto segreto che quella di voto nominale.

“Il Movimento 5 Stelle ha, evidentemente, una ‘sindrome da mozione’: ne ha presentate in continuazione contro il governo e i suoi assessori probabilmente per un bisogno di visibilità che serve a tentare di coprire le loro carenze parlamentari – ha detto il capogruppo del Pd Alice Anselmo – Siamo di fronte ad una mozione demagogica e priva di fondamento – ha aggiunto Anselmo – che rappresenta un attacco vile contro Antonello Cracolici, che ho conosciuto personalmente in questa legislatura e che ho imparato ad apprezzare come parlamentare e come assessore, ma soprattutto dal punto di vista personale. Ci sono regole certe nel nostro sistema legislativo che stabiliscono se e quando un amministratore può mantenere il proprio ruolo, o meno: basta questo – ha concluso Anselmo – per rispedire al mittente le accuse strumentali del Movimento 5 Stelle”.

“Non sta a noi entrare nel merito della vicenda riguardante l’onorevole Cracolici, lo farà la Corte dei Conti dice Marco Falcone di Forza Italia -. Alcune considerazioni vanno però fatte. L’esponente del Pd è rimasto imbrigliato dalla macchina del fango del suo stesso partito e dal giustizialismo del presidente della Regione. Il Pd oggi è contrario alla mozione, ma sino a ieri e’ stato solito puntare l’indice contro, anche per semplici sospetti, dimostrati poi infondati. Ricordiamo la vicenda dell’architetto Sgarlata, che da assessore regionale venne fatta dimettere per una inesistente violazione edilizia. Allo stesso modo il Ncd che all’inizio delle trattative col Pd venne definito il “partito di mafia capitale”, salvo poi riconoscergli un assessore. Sino ad arrivare all’epurazione dalla giunta regionale dell’assessore Nicolò Marino, reo di aver contrastato una certa intrapresa privata, su cui insistono numerose ombre. La mozione di censura e’ il risultato di un’industria culturale costruita ad arte contro gli avversari, pensando che laddove questi non potessero essere sconfitti elettoralmente dovevano essere eliminati tramite azioni giudiziarie. Ecco perché la nostra posizione rimane sempre coerente. Eravamo garantisti quando eravamo al governo, rimaniamo tali anche ora che sediamo nei banchi dell’opposizione. Noi ci asteniamo dal voto. All’onorevole Cracolici rimarrà la sensibilità di trarre le conclusioni”.

Piccola diatriba prima di giungere al voto con il Presidente della Regione che ha risposto alle polemiche sul ‘giustizialismo’ con i suoi soliti toni rispondendo anche alle affermazioni di Falcone sull’ex assessore Marino.

“La Casta ha fatto quadrato, come facilmente prevedibile – è la reazione dei proponenti la censura -. La mozione, comunque, ha centrato il suo scopo: evitare che una pesantissima condanna della magistratura contabile passasse completamente sotto silenzio. La gestione dei soldi dei cittadini merita maggiore rispetto”.

“Si è cercato di svilire – dicono i deputati – il valore di un atto che cercava di accendere i riflettori sui valori etici della politica, ormai, quasi del tutto scomparsi. All’estero ci si dimette pure per una multa, qui si sorvola pure su pesantissimi giudizi della magistratura”.

“Un altro risultato concreto – commentano ironicamente i parlamentari M5S – la mozione l’ha portato a casa. Ha riempito sala d’Ercole, una vera rarità nell’ultimo periodo. Oggi si sono viste facce che avevamo quasi dimenticato”.

L’Ars ha poi incardinato il disegno di legge stralcio alla così detta mini finanziaria e il Presidente Ardizzone ha dato termine per gli emendamenti fino alle 16 di martedì 26 aprile disponendo l’apertura della discussione mercoledì 27 aprile alle 16

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