L’Unione Europea deve fermare il commercio dei prodotti “mafia sounding” che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di malavita più dolorose e odiose, per fare business in offesa alla memoria delle tante persone che nel nostro Paese hanno pagato con la vita la lotta alla criminalità organizzata. E’ l’appello lanciato da Coldiretti in occasione della XXI Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia promossa da Libera.
Dal caffe’ “Mafiozzo” stile italiano bulgaro agli snack “Chilli Mafia” della Gran Bretagna, fino alle spezie “Palermo Mafia shooting” della Germania, alla “SauceMaffia” e alla “SauceMaffioso” in commercio a Bruxelles, “capitale” d’Europa, sono ormai tantissimi gli esempi di prodotti in commercio nei paesi dell’Ue che sfruttano gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose, banalizzando fin quasi a normalizzarlo un fenomeno che ha portato dolore e lutti lungo tutto lo Stivale.
La confezione di “Chilli Mafia” contiene noccioline aromatizzate al peperoncino e la scritta in etichetta avverte che occorre stare attenti e utilizzare “with caution” il prodotto che risulta essere estremamente piccante. Vengono dalla capitale europea di Bruxelles, in Belgio, le salse che servono per insaporire le patatine con la “Sauce Maffia” della Good ‘n Food di Malines contenente una salsa a base di olio di colza, rosso d’uovo, aceto, senape, polvere di cipolla, zucchero e spezie varie mentre la “Sauce Maffioso”, realizzata a Diest, nelle Fiandre, e commercializzata con il marchio The Smiling Cook, è invece a base di spinaci, cipolla, aglio, formaggio emmenthal, pepe rosso e aromi vari.
Ma ci sono in vendita anche – continua la Coldiretti – le spezie “Palermo Mafia shooting” in Germania o la salsa piccante “Wicked Cosa Nostra” in Missouri. L’oltraggio all’Italia – afferma la Coldiretti – non si ferma al pasto, con il commercio dalla Psc Start S.A. di Blagoevgrad (Bulgaria) del “Caffè Mafiozzo” confezionato in grani in cui l’unica scritta nella nostra lingua che campeggia sulla busta in plastica è: “Lo stile italiano” che purtroppo fa esplicito riferimento alla criminalità organizzata come si evidenzia nelle immagini. Ma c’è anche chi – continua la Coldiretti – sfruttando la fama della saga cinematografica “Il Padrino”, nel paese siciliano che ha tristemente legato il suo nome alla mafia, ha messo in vendita un vino.
Il marchio “Mafia” viene peraltro usato “a raffica” nella ristorazione internazionale per fare affari come nel caso – riferisce la Coldiretti – della catena di ristoranti “La Mafia” diffusa in Spagna che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari (da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, fino ad Al Capone), mentre praticamente ovunque, dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia si trovano ristoranti e pizzerie “Cosa Nostra” e a Phuket in Tailandia c’è addirittura un servizio take away.
Ma su internet – conclude la Coldiretti – è possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook”, comprare caramelle sul portale www.candymafia.com o ricevere i consigli di mamamafiosa (www.mamamafiosa.com) con sottofondo musicale a tema.
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