Crisi politica infinita al Comune di Borgetto dove non si riesce più a trovare il bandolo della matassa. Neanche una sventata mozione di sfiducia, le dimissioni poi ritirate del sindaco Luigi Garofalo, e le tante belle parole spese dalla politica sono riuscite a far venire fuori dall’impasse. E’ esattamente dallo scorso 2 febbraio che questo Comune del palermitano non ha una giunta e neanche il presidente del consiglio comunale, tutti dimissionari.

Il silenzio del sindaco

Il sindaco Luigi Garofalo continua a rintanarsi nel silenzio. Dopo l’annuncio del ritiro delle sue dimissioni lo scorso 4 marzo, con tanto di programma politico per il rilancio dell’azione politica per chiudere gli ultimi due anni di mandato, il suo telefono continua a squillare a vuoto oppure è spento. E’ evidente, al di là di ogni dichiarazione, che per essere trascorso tutto questo tempo non riesce a far quadrare gli equilibri politici. Eppure era stato il primo cittadino stesso ad aver detto che le forze politiche lo avevano lasciato con le “mani libere”, cioè libero di poter scegliere una giunta di alto profilo. Così però non è.

La mozione di sfiducia saltata

L’unica cosa certa è che a Borgetto ci sono da quasi due anni serie difficoltà per poter amministrare. Garofalo è da tempo senza una maggioranza. Tanto che alla fine dello scorso mese di gennaio gli fu presentata persino una mozione di sfiducia. A firmarla furono ben 9 consiglieri su 12 e per approvarla sarebbero bastati 8 voti. Ma evidentemente dal dietro le quinte qualcosa è cambiato: il 17 febbraio, giorno della discussione ed eventuale approvazione della mozione di sfiducia, Garofalo anticipa tutti e si dimette. Il consiglio chiede 15 minuti di sospensione, i firmatari della mozione improvvisamente non sono più tutti d’accordo ad andare fino in fondo. Il consiglio non riprende più e l’indomani salta ancora per mancanza del numero legale. Da allora non è stato più riconvocato e la mozione di sfiducia è saltata, dal momento che poteva essere discussa entro i 30 giorni dalla sua presentazione.

Il sindaco che torna in sella

Il primo cittadino, scampato il pericolo, comincia a dialogare e sostiene di aver trovato un accordo con alcune forze politiche sui punti programmatici da portare avanti. Il 4 marzo ritira le dimissioni e annuncia di voler andare avanti. Da allora tutto è rimasto ancora nel più totale pantano.

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