Il sindaco di Borgetto Luigi Garofalo vorrebbe non lasciare il comando del palazzo di città. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa da lui stesso convocata, è uscito allo scoperto. Ha presentato un documento politico in 8 punti. Tutti obiettivi che vuole raggiungere entro la fine della legislatura, la cui scadenza naturale sarà tra due anni. Ora cerca una condivisione con le forze politiche locali, specie tra quelle che lo hanno sostenuto in questa prima parte di legislatura. E si leva anche qualche sassolino dalle scarpe, sostenendo che l’attuale crisi sarebbe in realtà frutto di logiche di carattere personale non politiche.

I punti programmatici

Garofalo ha proposto 8 obiettivi da raggiungere: nessuna cessione delle reti idriche, la riorganizzazione del personale dipendente, il piano di manutenzione straordinaria su viabilità e servizi, la stabilizzazione dei precari, la realizzazione dei loculi cimiteriali, la manutenzione straordinaria del municipio, il bando per l’assegnazione dei beni confiscati e il rilancio delle tradizioni popolari in cui rientra l’organizzazione per il centenario dell’incoronazione della Madonna del Romitello. Attorno a questi punti il primo cittadino chiede un’adesione delle forze politiche per un patto di fine legislatura.

La stoccata

In apertura del documento però Garofalo non esita a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Pur non facendo nomi e cognomi, è convinto che l’attuale crisi sia frutto di una sorta di ripicca nei suoi confronti. Dunque questione personali e non politiche: “Malintesi e spigolature caratteriali – si legge – hanno deteriorato i rapporti interpersonali all’interno della maggioranza uscita dalle urne. Non nego che bisognava prenderne atto e intervenire prima e di questo me ne rammarico”.

L’attuale situazione

In ballo c’è ancora una mozione di sfiducia firmata da 9 consiglieri comunali. Per far approvare l’atto, e quindi far decadere il sindaco, basterebbero 8 voti. La mozione si sarebbe dovuta discutere lo scorso 17 febbraio ma in apertura di seduta il sindaco ha presentato le sue dimissioni. Questo ha indotto diversi consiglieri a sospendere la seduta e non rientrare in aula, non dando quindi più seguito alla sfiducia la cui discussione, però, è stata solo rinviata. Intanto Garofalo ha tempo sino all’8 febbraio per ritirare le dimissioni, i famosi 20 giorni di tempo per il ripensamento contemplati dalla legge. La partita politica si gioca tutta qui.

 

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