A Borgetto la crisi politica resta un dato di fatto. Né la sventata mozione di sfiducia, né tantomeno le dimissioni poi ritirate dal sindaco Luigi Garofalo, sono servite a far cambiare direzione. La conferma è arrivata anche ieri sera con il consiglio comunale che è tornato a riunirsi dopo la bufera della sfiducia presentata e mai votata in aula. Il dato politico è che il governo cittadino resta senza maggioranza. Infatti ieri sera l’asse formato da Pd, Movimento 5 Stelle e l’indipendente Vittoria Albano ha retto: a loro è andata la presidenza del consiglio con 7 voti, tanti quanti ne bastavano per l’elezione in prima battuta. Gli altri 5 si sono espresse con scheda bianca.

L’ex vicesindaco è il presidente

Ad essere stato votato è Alessandro Santoro, 46 anni, esponente del Partito Democratico. E’ stato già in questa legislatura vicepresidente del consiglio e anche vicesindaco di Garofalo. Dalle sue dimissioni partì la vera e propria crisi politica nella sua fase più acuta. Oggi si ritrova all’opposizione anche se non dimentica il suo nuovo ruolo che dovrà essere super partes: “Grazie a chi ha rivolto la sua fiducia nei miei confronti, e anche a chi non lo ha fatto – ha detto appena eletto -. Avevo delle remore iniziali nell’affrontare questo nuovo ruolo ma poi ho avuto spinte anche dal gruppo del Movimento 5 Stelle e questo mi ha convinto. Un grazie anche al presidente uscente”.

La stoccata sulla sfiducia e i veleni

Poi Santoro è entrato più nel vivo del suo discorso politico: “Sulla mozione di sfiducia va la mia stima a chi l’ha sostenuta sino all’ultimo. Sono state settimane difficili tra congetture, propaganda, diffamazione, ora serve un cambio di passo. Mi accingo a ricoprire un incarico prestigioso e di responsabilità, garantisco sin da adesso la discontinuità con il modello precedente di gestione di questo consiglio”. Santoro prende il posto del dimissionario Fabio Salamone che lasciò l’incarico il mese scorso insieme al blocco della giunta nella fase più acuta della crisi

Gli appelli e le critiche

Nel corso dei lavori d’aula ci sono state considerazioni contrapposte. Tra i sostenitori del sindaco la consigliera, ed ex assessore, Monia Jerbi: “Adesso è il tempi di rimboccarci le maniche – ha evidenziato -, basta ai tatticismi politici e lavoriamo insieme per il bene del paese”. La consigliera di opposizione Albano è intervenuta senza peli sulla lingua e parlano della mozione di sfiducia non più sostenuta da tutti i firmatari ha detto: “Abbiamo fatto ridere il paese”.

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