La Corte dei Conti ha dato parere negativo sull’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo per i dirigenti regionali nel triennio 2016-2018.

La competenza della Corte dei Conti

Fra le competenze della Sezione di controllo, infatti, è prevista la certificazione dei contratti regionali e, in questo caso, è arrivato il disco rosso con la deliberazione n.23 del 2021. “La funzione – richiama il testo del documento – che la Corte è chiamata a svolgere, ovvero di certificare l’attendibilità e la compatibilità dei costi previsti nei suddetti contratti con gli strumenti di programmazione e bilancio, attenga precipuamente alla materia del controllo e, pertanto, in assenza di specifica disposizione delle norme di attuazione che attribuisca alle Sezioni riunite tale competenza”, sia “ascrivibile alle funzioni della Sezione del controllo per la Regione siciliana”.

Servono stime di costi maggiormente attendibili

Il Collegio ha ritenuto che le informazioni contenute nella relazione tecnica presentata dall’ARAN siano tali da non consentire “di operare – così si legge nelle conclusioni – una verifica dell’attendibilità delle stime operate dall’ARAN in ordine ai costi contrattuali a regime e che l’incertezza del quadro finanziario per il triennio 2019-2021, non sorretto dai dati certificati del rendiconto 2019, impedisca di effettuare una corretta valutazione dell’incidenza dei costi del rinnovo contrattuale previsto nell’ipotesi di accordo, tanto per l’area della dirigenza regionale che, a fortiori, per quella degli Enti regionali. Ne consegue, alla luce delle osservazioni contenute nel presente rapporto, che l’ipotesi di accordo non può essere positivamente certificata”.

Intoccata la parte normativa

La Corte dei Conti si esprime negativamente solo sulla parte economica ma non contesta alcunché nella parte normativa del contratto. Di fatto questa parte del lavoro fatta all’Aran ne esce positivamente. Al contrario tutta la parte dei costi che la Regione non ha coperto. I 17 milioni messi a bilancio non ci sono per effetto del ritiro fdel rendiconto generale e i costi a venire non sono stati indicati nei bilanci successivi. Il problema, dunque, può essere superato sistemando le poste di bilancio

Necessario integrare la relazione per una nuova analisi

I magistrati contabili invitano l’ARAN ad integrare la relazione tecnico finanziaria con l’indicazione dei capitoli di bilancio e delle partite contabili su cui grava la copertura finanziaria degli oneri contrattuali.
Dal rapporto dell’Aran emerge che l’incidenza finanziaria sull’annualità 2021 dovrebbe essere di 21.227.682,73 per emolumenti arretrati relativi agli anni 2016/2018, oltre alle differenze retributive a regime per gli anni 2019/2020; euro 6.227.614,46 quali oneri a regime dell’ipotesi di accordo CCR Siciliana. Il medesimo importo dovrebbe essere previsto per le ulteriori annualità bilancio di previsione. Entrando nello specifico delle criticità, però, la Corte avanza dubbi sulla certezza sulle copertura finanziaria: “Rilevando che la previsione provvisoria 2021 è inferiore alle somme impegnate nel precedente esercizio e in assenza di informazioni aggiornate sul numero esatto dei dirigenti, sia a tempo determinato che indeterminato al 1° gennaio 2021, emerge che gli stanziamenti a valere sull’esercizio in corso non sono abbastanza capienti rispetto alle maggiori necessità finanziarie imposte dall’approvazione del CCRL in esame, per la corresponsione degli stipendi a regime”.

Sulla decisione pesa il ritiro del rendiconto generale della Regione siciliana

Sul “niet” della Corte pesa il ritiro del Rendiconto generale della Regione, come esplicitamente espresso nella deliberazione: “Deve prendersi atto della determinazione della Giunta regionale di ritirare il disegno di legge sull’approvazione del Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2019, al fine di prendere in considerazione gli effetti delle illegittimità accertate da questa Sezione di controllo e, eventualmente, anche gli ulteriori rilievi emersi con l’instaurazione della fase contenziosa dinanzi alle Sezioni riunite per la Regione siciliana in sede di giudizio di parificazione, recentemente conclusosi con la dichiarazione di “non luogo a provvedere”. In particolare, la carenza del citato documento contabile consuntivo, nel precludere la regolare conclusione del ciclo di bilancio dell’esercizio 2019 entro i termini previsti dall’ordinamento, riverbera alcuni effetti interdittivi sulla corrente gestione del bilancio”.

Situazione inaccettabile, protestano i sindacati

“Inaccettabile! La Regione corra subito ai ripari e metta in sicurezza il rinnovo del contratto dei dirigenti”. A tuonare così, dopo una delibera della Corte dei Conti, sono Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, rispettivamente segretari generali della Cisl Sicilia e della Cisl Fp Sicilia.

Nella seduta di ieri i magistrati contabili della Sezione di controllo della Regione Siciliana hanno deliberato una certificazione negativa sull’ipotesi di contratto dell’Area della dirigenza 2016/2018. Uno stop basato prevalentemente su “significative lacune informative” e sul fatto che “non appare apprezzabile la copertura finanziaria […] alla luce di un quadro finanziario non aggiornato, stante il ritiro del rendiconto generale” 2019.

“Il Governo regionale si assuma le sue responsabilità in questa vicenda e ponga rimedio. Lo deve ai suoi dipendenti. Questa notizia getta nello sconforto l’intera categoria dei dirigenti regionali che sconta un blocco contrattuale che dura da piu di 16 anni e che resta, a questo punto, l’unico comparto del pubblico impiego in tutta Italia che non ha ancora avuto rinnovato il contratto di lavoro. Troppo tempo è trascorso – concludono Cappuccio e Montera – adesso serve correre e risolvere la questione definitivamente, anche in vista delle sfide per la crescita e per lo sviluppo che la Sicilia dovrà affrontare nel prossimo futuro per la ricostruzione post-pandemia. Rischiamo di restare indietro”.

“Avvistare e superare problemi emersi su contratto regionali. Governo Musumeci intervenga subito” chiede, invece, con forza Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia.

“Attendendo di capire meglio le motivazioni della Corte dei Conti in merito al parere negativo sul contratto dei dirigenti regionali, chiediamo un intervento urgente al governo Musumeci per avvistare e superare subito i problemi che sono emersi” sostiene Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Non è accettabile che si vanifichino gli effetti di un contratto che era già stato acquisito con notevole ritardo”.

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