- Slitta a fine febbraio l’udienza di parifica alla Corte dei Conti
- Il rinvio rende impossibile il rispetto degli accordi con lo Stato
- Inevitabili altri due mesi di esercizio provvisorio
- Senza ulteriori accordi in deroga 421 milioni inutilizzabili
Non c’è pace per i conti della Regione. Come anticipato da BlogSicilia 5 giorni fa anche i 421 milioni di euro che verrebero liberati dall’accordo raggiunto con lo Stato tornano a rischio.
L’accordo con lo Stato
L’accordo che spalma in dieci anni il disavanzo rimasto fuori dal primo mutuo trentennale, infatti, prevede entro il 28 febbraio bilancio di rpevisione 2021 e riforma della spesa. Ma tutto questo non sarò possibile visto che la Corte dei Conti non ha ancora parificato il precedente conto consuntivo della Regione
Slitta l’udienza di parifica alla Corte dei Conti
Slitta, infatti, ulteriormente l’udienza di parifica della Corte dei conti, che si deve pronunciare sull’ultimo rendiconto della Regione siciliana. Era prevista per il 29 gennaio, ma è stata rinviata. La Corte ha già informato il governo Musumeci, che intanto nei giorni scorsi aveva recepito i rilievi mossi dalla Procura contabile modificando alcuni allegati al consuntivo. A breve dovrebbe essere comunicata la nuova data; l’udienza, potrebbe essere fissata l’ultima settimana di febbraio.
L’allarme già la scorsa settimana
Il rischio che saltasse tutto era già stato sottolineato anche dai deputati 5 stelle in Commissione bilancio. “La Finanziaria entro il 28 febbraio, come previsto dall’accordo del governo Musumeci con Roma? Bello, peccato che questo sia quasi impossibile. Se in questo lasso di tempo non arriva la parifica della Corte dei Conti del rendiconto precedente, infatti, possiamo fare l’assestamento e null’altro” aveva fatto notare Luigi Sunseri.
Il rischio che saltino gli accordi
Senza questo pronunciamento non esiste una base solida dalla quale partire per il bilancio di previsione 2021. Ogni scelta, infatti, rischierebbe di mandare i conti gambe all’aria se la Corte, come è probabile che accada, disporrà modifiche e aggiustamenti ulteriori al bilancio ormai chiuso. Modifiche che inevitabilmente inciderebbero sul bilancio triennale e sul previsionale 2021.
Gli attacchi dell’opposizione
“Musumeci, i suoi assessori e anche Miccichè – afferma Sunseri – sappiano che fare la Finanziaria entro febbraio è quasi un miraggio. E non lo dicono solo i tempi risicati che ci separano da quella data, ma precisi riferimenti normativi: l’articolo 1 comma 787 della legge 178 del 2020 dice che questa assemblea non può fare nulla se non l’assestamento, se prima non arriva la parifica del rendiconto da parte della Corte dei Conti. Quindi nulla che possa vedere liberazione dell’avanzo e spesa per investimenti”.
E adesso con l’ulteriore prevedibile slittamento le cose si complicano ulteriormente. L’unica speranza è la ragionevolezza di Roma che prenda atto della ‘causa di forza maggiore’ indipendente dalla Regione.
Contro modalità e tempi dell’accordo con Roma si erano espressi gli altri deputati intervenuti in aula durante il dibattito proprio sull’accordo, che hanno stigmatizzato il comportamento di Musumeci che, dicono, “ha vergognosamente ignorato il Parlamento regionale nella fase che ne ha preceduto la sottoscrizione e anche in fase di analisi dello stesso”. I deputati hanno anche lamentato di aver lavorato sul ddl che doveva dare ristori a tanti settori economici dell’isola e che difficilmente vedrà la luce e hanno auspicato che i prossimi impegni del governo si ispirino a tre criteri: verità, sostenibilità e digitalizzazione.
Il capogruppo Giovanni Di Caro ha ribadito anche l’esigenza dell’immediata istituzione di una commissione che vigili sul rispetto dei termini dell’accordo col governo centrale.
I conti ballerini e la speranza di ragionevolezza da Roma
Quale rischio si corre, dunque, oggi? La mancata approvazione del bilancio di previsione entro il 28 febbraio metterebbe a rischio riforme e tagli concordati con Roma e dunque, di conseguenza, anche l’efficacia dell’accordo che spalma in dieci anni la copertura della parte restante del disavanzo regionale rimasta fuori dal mutuo stipulato da Crocetta e compagni. La conseguenza sarebbe il venire meno immediatamente, nell’anno in corso, di 421 milioni di euro.
La Regione corre ai ripari con un azzardo
La giunta regionale, riunita nel pomeriggio ha deciso che sarà riesaminato in autotutela, su proposta della Ragioneria generale, il rendiconto 2019 della Regione Siciliana. La sceklta del governo Musumeci, in quanto nel documento sono emersi alcuni residui attivi (riferiti al 2016/17 e in particolare agli assessorati all’Istruzione e formazione professionale e all’Infrastrutture e mobilità) non tempestivamente cancellati.
Secondo gli uffici si tratta di un mero dato formale che non determina alcun aggravio economico o finanziario, ma che tuttavia ai fini dell’ordinata tenuta delle scritture contabili impone un intervento correttivo.
Apportate le conseguenti rettifiche, il governo procederà alla nuova approvazione dello strumento contabile da sottoporre alla Corte dei conti per la definizione del giudizio di parifica.
E’ probabile, poi, secondo quanto si apprende da fonti dell’Ars, che si procederà all’approvazione dei documenti contabili e finanziari rispettando i tempi previsti nell’accordo con lo Stato, seppure in assenza del rendiconto.
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