In questi giorni al Comune di Palermo, di certo, non si respira un’aria salubre. Contrapposizioni, spaccature, accuse incrociate hanno recentemente avuto la meglio. E la stessa maggioranza del sindaco Orlando traballa.

Bocciato il piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022

Due giorni fa, il consiglio comunale ha bocciato il piano triennale delle opere pubbliche per il periodo 2020-2022.
Il verdetto è stato decretato da 16 voti contrari, 11 favorevoli e 6 astenuti. Il sindaco, il vicensindaco Fabio Giambrone, e gli assessori Catania, Di Dio, Marano, Marino, Mattina, Petralia Camassa, Prestigiacomo e Zito, hanno sottolineato: “A partire dalla bocciatura del piano per la riqualificazione dell’area del mercato ittico, la mancata sospensione del regolamento sulle sanzioni per l’evasione, passando per la bocciatura del bilancio consolidato, per la mancata approvazione dei regolamenti sui beni comuni e sui beni confiscati, e oggi del piano triennale delle Opere pubbliche, si assiste al ripetersi di voti anomali da parte di consiglieri comunali che pure affermano di condividere e sostenere le scelte strategiche e l’operato dell’Amministrazione e che sono rappresentati all’interno della Giunta comunale”. E ancora: “Si tratta evidentemente non di più di episodi, ma di scelte che riteniamo inaccettabili, frutto di un approccio ai rapporti interni alla coalizione, che rischia di causare danni insostenibili e forse irreversibili alla città”.

Sgretolamento della maggioranza

Un risultato che ha suscitato aspre polemiche da parte dell’opposizione. Alessandro Anello, consigliere comunale della Lega e vice presidente della commissione attività produttive, ha detto: “La bocciatura certifica ancora una volta l’assenza totale di programmazione dell’amministrazione guidata da Orlando. Si va avanti da troppi anni senza opere realizzate, ma soprattutto nella totale confusione rispetto agli interventi strategici per lo sviluppo della città”. Secondo Anello, il documento bocciato è “un piano triennale non all’altezza della quinta città d’Italia specchio di un’amministrazione che ha perso l’orientamento e sta portando Palermo verso il precipizio. Un altro sonoro schiaffo al sindaco Orlando la cui maggioranza ormai non esiste più, ma il centrodestra è pronto a governare e a risollevare la città”.
Per Marianna Caronia, consigliera gruppo Forza Italia a Palazzo delle Aquile, questa bocciatura segna un “totale sgretolamento della maggioranza che sosteneva la Giunta Orlando. Uno sgretolamento che non può più essere ignorato dall’Amministrazione”. Caronia ha addirittura chiesto le dimissioni dell’assessore Catania “sempre più ostacolo al dialogo fra Amministrazione e Consiglio comunale”.

Italia Viva “Non saremo capro espiatorio”

Ieri le improvvise dimissioni di due consiglieri della Rap, l’azienda che si occupa a Palermo della raccolta dei rifiuti, molto vicini al sindaco, Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano. Atto che ha fatto decadere il presidente Giuseppe Norata, in quota Italia Viva. Si sta assistendo dunque a schermaglie che non sono nuove tra il primo cittadino e i renziani.
Dario Chinnici e Gianluca Inzerillo, capigruppo di Italia Viva e Italia Viva-Sicilia Futura, hanno commentato: “Se il sindaco Orlando vuole cercare i responsabili delle bocciature di alcuni atti di giunta, come il Piano triennale delle opere pubbliche o il bilancio consolidato, guardi all’interno della sua giunta, perché Italia Viva non farà da capro espiatorio per coprire le colpe politiche di altre componenti della maggioranza che, nel frattempo, sono già in campagna elettorale anziché pensare alla città”.
Chinnici e Inzerillo hanno sottolineato inoltre: “Da mesi chiediamo al sindaco maggiore coinvolgimento nelle scelte, restando inascoltati”.

La Rap resta senza Cda

Le dimissioni di Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano dal Cda della Rap, come detto, fanno decadere dalla carica di presidente Giuseppe Norata. Adesso si dovrà nominare un nuovo Cda.

Il commento di Giuseppe Norata

“Tra me e il sindaco Orlando non c’è stato mai un feeling perfetto, A gennaio avevo pianificato le mie dimissioni che ho congelato in relazione ad un’apertura del Comune. Entro marzo il socio unico di Rap aveva preso determinati impegni – Pef Tari, ricapitalizzazione, pagamento dei 40 milioni di vecchi crediti – che non ha rispettato. Niente di niente. Da un punto di vista personale e aziendale mi sento sereno perché ho dato il massimo, nella quasi totale assenza dell’amministrazione comunale” ha commentato Giuseppe Norata.

“Sacrificato per lanciare un messaggio politico”

Norata ha ancora aggiunto: “Ho svolto il mio servizio con coscienza. Alla fine sono stato sacrificato per lanciare un messaggio politico ad una parte politica del consiglio comunale”.
Cosa accadrà nei prossimi giorni non è dato sapere. Di certo il sindaco Orlando dovrà fare non poca fatica per portare avanti i suoi progetti riguardo l’amministrazione della città.

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