“Io la sento ancora qui con noi. Non è mai andata veramente via”. Sono parole a metà tra la speranza, l’amore e la disperazione quelle di Iana Brancato, mamma di Roberta Siragusa, la ragazza di 17 anni morta nel gennaio scorso in circostanze ancora tutte da chiarire. Il suo corpo fu trovato carbonizzato in un dirupo nelle campagna di Caccamo. Unico indagato il fidanzato della ragazza che non ha mai confessato il delitto.

I ricordi ancora vivi

La mamma, come il papà e il figlio maggiore Dario non smettono mai di pensare a Roberta. In particolare Iana Brancato giorno dopo giorno posta sempre sulla sua pagina facebook tanti pensieri e ricordi della figlia che non c’è più. “Eri il mio umore, la mia gioia, la mia compagnia, il mio tutto. Eri mia figlia, il dono più bello che mi aveva donato Dio. Manchi tu e manca tutto!! Roberta Vive”. E poi un altro pensiero: “Roby ,oggi voglio pensarti così, in mezzo a tutti gli altri angeli con tutta la tua bellezza  e raffinatezza, come sempre. Balla, canta, corri, continua a vivere anche in un’altra dimensione”.

L’intera comunità la ricorda sempre

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Caccamo si organizza un evento a partire dalle 9,30 nel segno proprio di Roberta e di tutte le donne vittime di violenza. Ci sarà un momento di riflessione sul fenomeno con la partecipazione delle scuole. Il mondo dell’associazionismo si è anche mobilitato ed ha sposato la campagna di sensibilizzazione sul 1522 (numero verde) a sostegno contro la violenza di genere, promosso dalla presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per le pari opportunità. Il servizio gratuito è attivo h24, e accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking: “Per Roberta Siragusa e per tutte le donne vittime di violenza”.

L’indagine

Nel giugno scorso ha escluso la tesi del suicidio il consulente tecnico del gip di Termini Imerese chiamato a fare l’autopsia sul corpo di Roberta Siragusa. Rispondendo alle domande dei legali dell’indagato, Pietro Morreale, ex fidanzato della vittima, il medico legale ha ribadito che la ragazza è stata assassinata con alcuni colpi sferrati con un corpo contundente, poi è stata bruciata ed è deceduta dopo una tremenda agonia di 5 minuti. La tesi del suicidio è stata sostenuta dall’indagato che ha raccontato che, dopo una lite, Roberta sarebbe scesa dall’auto, si sarebbe cosparsa di benzina e avrebbe appiccato il fuoco rotolando tra le fiamme lungo la scarpata. Secondo l’accusa, invece, i due ragazzi avrebbero litigato mentre si trovavano in auto nei pressi del campo sportivo, il giovane l’avrebbe colpita e poi le avrebbe dato fuoco. Tracce di liquido infiammabile sono state trovate proprio vicino al campo sportivo e nelle mani degli inquirenti c’è anche un video girato dalle telecamere di sorveglianza della zona che ha ripreso gli ultimi istanti di vita della vittima, arsa viva.

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