Si è concluso il primo congresso nazionale della “Società Italiana di Medicina di Genere nelle Neuroscienze” organizzato in occasione della giornata mondiale dedicata al morbo di Parkinson. A Palermo è terminato il ciclo d’incontri che hanno affrontato con un approccio di genere la malattia di Parkinson e le Demenze. Tanti esperti si sono confrontati sulle modalità di cura e di diagnosi con attenzione alle differenze di genere nelle patologie neurologiche per ripensare l’approccio alla malattia secondo una gestione multidisciplinare, che tenga conto di ogni elemento, a partire dalla differenza maschile-femminile.

Il Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa per prevalenza dopo l’Alzheimer. Si tratta di una malattia cronica progressiva, che comporta un graduale aumento della disabilità. In Italia ne soffrono 250mila persone e la spesa a carico del Servizio sanitario raggiunge l’1,3 miliardo. Manca una chiara definizione dei Pdta, percorso diagnostico, terapeutico assistenziale. La maggior parte delle regioni italiane non ha sviluppato uno specifico percorso diagnostico-terapeutico assistenziale, fra cui la Sicilia.

Diversi esperti hanno riconosciuto che nella letteratura internazionale ci sono ancora pochissimi studi sulla differenza di genere riguardo l’approccio terapeutico nel Parkinson, e negli studi clinici prevale la presenza di malati di sesso maschile rispetto a quelli di sesso femminile. Per questo sarebbe necessario, secondo gli scienziati, far emergere le differenze fra uomo e donna in ogni fase, dai deficit cognitivi alle terapie, dalla compliance alla risposta riabilitativa.

“Nonostante l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere nel Servizio Sanitario Nazionale siano previste da leggi dello Stato, siamo ancora ben lontani dalla loro reale attuazione in tutto il territorio nazionale – spiega Marina Rizzo, presidente della S.I.Me.Ge.N. – Proprio per affrontare le differenze di genere nelle malattie neurologiche abbiamo pensato di organizzare un congresso che coinvolge professionisti di chiara fama.  Approfondiremo gli aspetti specifici delle malattie neurologiche legati al sesso, con l’obiettivo di curare e prendere in carico nella maniera più appropriata gli uomini e le donne”.

I neuro scienziati si sono confrontati anche sul tema del dolore causato da questa tipologia di patologie, che spesso non è tenuto nel debito conto nel Parkinson e che ha delle manifestazioni diverse legate al differente profilo ormonale. In questa prospettiva, le relazioni sull’utilizzo della tossina botulinica, meglio conosciuta come Botulino, e della Cannabis con il Parkinson hanno fatto emergere ad esempio la necessità di approfondire gli aspetti di genere legati alle esperienze, di segno positivo, condotte sino ad oggi.
Resta inoltre centrale l’amore nella malattia del Parkinson come apporto insostituibile, messo a fuoco nel confronto la neurologa Manuela Pilleri e la sessuologa Piera Di Maria.

Neurologi provenienti da ogni provincia della Sicilia hanno fatto il punto della situazione in venti anni di lavoro, con una tavola rotonda che ha chiuso i lavori del Congresso.

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