“In Italia, i canoni che la Pubblica Amministrazione corrisponde per gli affitti dei locali destinati ad uffici e servizi pubblici sono stati ridotti a partire da 2012 del 15%. Solo la Regione Siciliana, con una propria norma, aveva già aumentato dal 2013 con la Legge n°9, la riduzione ai contratti, anche quelli in corso, del 20%. Con Legge Finanziaria regionale, questa riduzione viene aumentata di un ulteriore 5% annuo dal prossimo 1° luglio e fino al 30 giugno 2024. Si tratta di una palese violazione dei rapporti contrattuali in essere di natura privata”.

Una lettera agli assessori regionali

Ad affermarlo è Pietro Settimo Semilia, Responsabile del Gruppo Immobiliaristi di Ance Palermo che continua: “Noi avevamo sollevato la questione già qualche settimana fa e adesso interviene anche il presidente di Ance Sicilia Santo Cutrone che ha inviato una lettera all’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao e al presidente della Regione Nello Musumeci sottolineando come, anche all’interno del sistema di imprese aderenti ad Ance, si manifesti una ingiustificabile disparità di trattamento tra le imprese che hanno rapporti contrattuali del medesimo rango con conduttori pubblici. Inoltre, a giustificare questa misura non può bastare l’esigenza di contenimento della spesa per la Pubblica Amministrazione conseguente all’emergenza finanziaria perché altrimenti non si comprenderebbe per quale motivo questa esigenza di contenimento della spesa debba penalizzare solo i locatori aventi come conduttore un ente pubblico (nello specifico, la Regione Siciliana), rispetto ad altri contraenti privati dell’Amministrazione, quali, per esempio, i fornitori di beni o di servizi per contratti di durata e ad esecuzione periodica”.

La proposta di Semilia Responsabile del Gruppo Immobiliaristi di Ance Palermo

“Per questo, come Ance – conclude Semilia – abbiamo avanzato alla Regione una proposta: la sospensione, in via anche emergenziale, della norma in questione (ininterrottamente prorogata in Italia dal 2012 ed in Sicilia dal 2013) per sopperire anche al blocco normativo dell’adeguamento Istat dei canoni medesimi ed a una pressione fiscale e tributaria sugli immobili che non diminuisce proporzionalmente alla riduzione dei canoni o, in subordine, l’abbattimento del canone potrebbe essere “sospeso” oppure “alleggerito” solo per gli immobili strutturati e/o con classe e/o standard energetici e di sicurezza adeguati alla normativa vigente per tipologia di immobile”.