“Le infrastrutture stradali e ferroviarie stentano a vedere la luce. I cantieri languono, i lavori non avanzano. Il motivo di tale sofferenza non sta nella responsabilità delle stazioni appaltanti, a differenza di quello che viene riferito e che leggiamo sulla stampa, ma nella difficoltà finanziaria delle imprese edili. Ovvero nella loro incapacità ad eseguire le opere infrastrutturali, che dopo lungaggini burocratiche, si sono aggiudicate”. Ad intervenire cosi è il segretario generale Fit Cisl Sicilia Dionisio Giordano.
“Esempi ineccepibili sono i due maggiori cantieri stradali dell’Isola, lungo l’itinerario Agrigento-Caltanissetta (Empedocle2) e la Palermo-Agrigento (Bolognetta), entrambi in forte ritardo e sostanzialmente fermi da mesi e mesi. Lo stato di avanzamento dei lavori vede una produttività mensile irrisoria, di molto al di sotto di quella prevista, il general contractor, insolvente verso fornitori e sub-affidatari, ha in corso il concordato fallimentare e la procedura di rescissione contrattuale. L’ultimazione dei lavori, ormai di fatto in continua proroga, sembra un miraggio”.
A conferma di tale scenario è il decreto ad hoc con il quale il Ministero delle Infrastrutture, surrogando per l’appunto il general contractor, anticipa le somme dovute da questi alle imprese sub-affidatarie che ne facciano espressa richiesta. “Piuttosto che declamare un modello di sviluppo infrastrutturale targato Sicilia, che proclami grandi temi e generiche affermazioni, traguardando ambiti e competenze improprie, si approfondiscano le situazioni puntuali e le problematiche reali di ciascun cantiere, a partire dalle complessità finanziare delle aziende, ancor più aggravate dall’emergenza pandemica da Covid-19”. La Fit conclude “si esaminino le difficoltà dei lavoratori edili impiegati nei cantieri fermi, si cerchino soluzioni mirate e tempestive”.
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