La regione riapre le scuole da giovedì 13 gennaio in Sicilia ma i sindaci le tengono chiuse con ordinanze.

Caos sulla scuola

Non riapriranno le scuole dell’obbligo giovedì 13 gennaio nonostante la task force regionale abbia deciso per la riapertura. I sindaci, dopo un lungo pomeriggio di confronto, hanno firmato una serie di ordinanze fotocopia con le quali tengono chiusi gli istituti per tutta la settimana

La decisione dei sindaci che sfidano Stato e regione

I sindaci chiudono fino domenica demandando agli istituti la scelta sulla Dad anche se le norme nazionali non loo permettono in zona gialla.

Lo annuncia ai colleghi sindaci in videoconferenza il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci, Leoluca Orlando dopo che la task force ha dato il via libera alla riapertura.

Lo stratagemma ex articolo 50

Secondo Orlando e decine di altri sindaci si possono adottare singole ordinanze sulla base dell’articolo 50 del Testo Unico Enti Locali che dà facoltà ai primi cittadini di intervenire in caso di “pericolo”.

Almeno 8 capoluoghi su nove con le scuole chiuse

Ogni sindaco deciderà se chiudere le scuole oppure no. Gli istituti saranno chiusi almeno in sette capoluoghi ovvero Palermo, Catania, Caltanissetta, Messina, Ragusa, Siracusa, Agrigento e Trapani.

Lo scontro parte dalla fine della mattina quando la task force assume la decisione e la ufficializza come concordata

Per Lagalla posizione concordata con i sindaci

“Anche su richiesta dell’Anci – sottolinea l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla – che, insieme alle rappresentanze del mondo della scuola, ringraziamo per la fattiva collaborazione, l’assessorato regionale alla Salute rafforzerà ulteriormente le operazioni di campionamento e vaccinazione della popolazione scolastica, anche di quella nella fascia 5-11 anni che, ad oggi, rimane la più scoperta in termini di immunizzazione. Al contempo, in un equilibrato e previsto dosaggio di responsabilità e di pesatura delle oggettive criticità epidemiologiche, sarà possibile adottare la Dad in coincidenza con situazioni di straordinaria elevazione del rischio infettivo, sempre sulla base della conoscenza dei dati sanitari. Il rientro in presenza garantisce la riaggregazione virtuosa delle comunità scolastiche ma è nostro dovere mantenere alta l’attenzione verso l’andamento della situazione pandemica che, comunque, non trova, all’interno delle scuole, il suo maggiore punto di alimentazione, visto il rispetto delle misure di sicurezza e protezione previste, per le istituzioni educative, dalle norme nazionali e regionali”.

I sindaci non ci stanno

In riferimento alle dichiarazioni dell’assessore regionale all’istruzione, Roberto Lagalla l’Anci Sicilia evidenzia di aver denunciato in una nota ufficiale, inviata stamattina, ai rappresentanti del Governo, la mancanza di dati certi e di aver apertamente chiesto il rinvio dell’apertura delle scuole.

La nota aveva espressamente abbiamo chiesto di conoscere i dati certi relativi al numero dei contagiati comune per comune, all’incidenza degli stessi su 100.000 abitanti, al tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in aree mediche insieme al numero delle persone vaccinate.

L’ANCI Sicilia chiama tutti alle proprie responsabilità e si riserva di comunicare le ulteriori decisioni che scaturiranno dall’assemblea di tutti i sindaci ancora in corso in videoconferenza.

Attribuire all’ANCI Sicilia posizioni diverse da quelle di una forte preoccupazione per la crescente gravità è privo di ogni fondamento.

La chiusura

Alla fine la decisione di chiudere con la consapevolezza che potranno anche arrivare ricorsi davanti al Tar. Ma intanto la scuola resta chiusa

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