Gli uffici del grandi comuni siciliani non sono in grado di gestire le pratiche del reddito di cittadinanza. L’allarme lanciato dapprima da Palermo rischia di diventare generale nei capoluoghi e nei grandi comuni mentre forse solo i comuni sotto i 30 mila abitanti riusciranno nell’impresa se non altro perchè le piccole comunità sono in grado di supportarsi in momenti del genere.
Da una stima approssimativa si valuta che i nuclei familiari che avranno i requisiti per l’accesso la reddito in Sicilia siano 342mila. A fronte di ciò si prevede che le domande non siamo meno di 500 mila nell’intera regione e questa cifra potrebbe anche essere superiore. una mole di lavoro per i controlli davvero difficile da gestire.
La sola città di Palermo stima 25mila aventi diritto e quasi il doppio di domande, fra 35 e 48 mila richieste. dato sovrapponibile nelle stime per Catania e Messina anche se con numeri leggermente più contenuti.
Il reddito di cittadinanza entrerà in vigore ad aprile, resta un mese per le azioni preliminari ma gli uffici del comuni non sono in grado di effettuare la verifica delle pratiche giunte attraverso Caf o direttamente presentato nei comuni. non basta il personale per dare risposte rapide.
Un problema che non si risolverà con i navigator e l’intero impianto previsto dalla norma che prenderà in carico il sussidiato solo dopo l’accoglimento della domanda. Gli uffici che dovranno gestire le domande sono gli stessi uffici dei servizi sociali che hanno gestito il reddito di inclusione, i contributi all’affitto e tutti gli altri strumenti fin qui esistenti.
Intanto la Guardia di Finanza ha iniziato le verifiche su separazioni improvvise e cambi di residenza. Solo nel mese di gennaio c’è stato un incremento di oltre mille richieste rispetto alla media solo a Palermo. un incremento che arriva a quasi 6000 nell’intera regione. Cifre quantomeno sospette che si sono replicate a febbraio
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