Avrebbe sottovalutato i problemi psichici di un detenuto. Una omissione “costata” il suicidio del paziente, Carlo Gregoli, detenuto per duplice omicidio nel carcere Pagliarelli. La Procura di Palermo ha chiuso l’indagine sullo psichiatra dell’istituto di pena ipotizzando il reato di omicidio colposo.

Il professionista fu l’ultimo a pronunciarsi sulle condizioni e sulle modalità di detenzione dell’ex dipendente del comune. Insieme alla moglie Adele Velardo, ora sotto processo davanti alla corte d’assise, avrebbe assassinato Giuseppe Vela e Vincenzo Bontà, uccisi per strada a Falsomiele nel 2016. Il legale di Gregoli aveva chiesto la scarcerazione dell’assistito adducendo una depressione.

Il perito nominato dal gip, però, lo aveva dichiarato compatibile con la detenzione in carcere. Il difensore ha fatto una seconda istanza a seguito della quale Gregoli era stato messo in osservazione in una cella dell’infermeria del Pagliarelli. Mezz’ora prima di impiccarsi aveva avuto un colloquio con un educatore dell’istituto di pena. La Procura ha nominato un consulente che ha concluso parlando di sottovalutazione delle condizioni psichiche del detenuto da parte dello psichiatra. Di opposto avviso l’esperto nominato dai legali del medico. Una “guerra” tra perizie che dovrà essere valutata ora dalla Procura.