A garantire il mantenimento di standard qualitativi bassi e il flusso regolare dei fondi, secondo le indagini dei finanzieri coordinati dal procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio e dal pm Alessandro Macaluso, sarebbe stato Vincenzo Prestigiacomo, “collaboratore amministrativo” nella unità presso l’unità operativa complessa Assistenza Riabilitativa Territoriale dell’Asp di Palermo, che “ha ricevuto in cambio negli anni dal presidente e legale rappresentante della associazione Suor Rosina La Gua onlus, Gaetano Di Marco ricevendo quale corrispettivo molteplici utilità”, come si legge nell’ordinanza del gip.
“Nell’ambito di un duraturo accordo corruttivo il pubblico ufficiale, anche valendosi della propria posizione dì ‘coordinatore’ e del credilo acquisito tra i colleghi all’interno del proprio ufficio – prosegue l’ordinanza – assicurava al privato corruttore l’acquisizione e diffusione di informazioni interne, preannunciava gli accessi ispettivi, si interessava dell’iter e del buon esito delle pratiche riconducibili all’Associazione Suor Rosina La Grua Onlus; per tal ‘servizi’ riceveva l’assunzione dei figlio Dario Prestigiacomo e della moglie di quest’ultimo, Rossella Cangialosi, con mansioni di impiegati amministrativi presso l’indicata Associazione; nella formalizzazione del licenziamento del figlio Dario in luogo delle dimissioni volontarie, al fine di consentirgli la percezione indebita dell’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps”.
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