Tremate, tremate i sindaci son tornati. Sono quelli degli anni ’90 e governeranno di nuovo le loro città. Ma non basta. Una valanga di riconferme per piccoli e medi primi cittadini mentre cadono le grandi roccaforti. Enzo Bianco cede Catania a Salvo Pogliese senza neanche l’onore delle armi, la roccaforte eterna del centro destra, Trapani, si consegna al ‘sinistro’ (nel senso di candidato di un centrosinistra civico e non dichiarato) Trancida tributandogli il 70% dei consensi. E dove si va al ballottaggio sono tutte storie inedite tranne che a Siracusa dove a sfidarsi il 24 giugno saranno il candidato del centrodestra Ezechia Paolo Reale e quello del centrosinistra (ma in incognito e senza simbolo Pd) Francesco Italia. A Ragusa dove il sindaco pentastellato Federico Piccitto viene mollato dai suoi i 5 stelle tengono solo in parte e dovranno fare altre due settimane di campagna elettorale per il loro candidato Antonio Tringali che deve vedersela al ballottaggio con Peppe Cassì del centrodestra. A Messina finisce l’era del sindaco ‘No ponte’ Renato Accorinti catapultato sulla poltrona di primo cittadino da un voto di protesta. Fra due settimane se la vedranno due ‘civic’ di ispirazione poco inquadrabile come Dino Bramanti e Cateno de Luca.

Catania

Salvo Pogliese alla fine raddoppia i voti del sindaco uscente Enzo Bianco. Con ben il 52,29% dei voti è il nuovo sindaco di Catania al primo turno. Bianco deve cedere le armi e perde anche malamente vistoc he si ferma al 26,41%. e questi sono dati definitvi

Catania torna, dunque, al centrodestra con un voto in assoluta controtendenza rispetto a quello espresso nelle ultime consultazioni elettorali di altra natura. Ma soprattutto mostra, ancora una volta, che il centrodestra unito è in grado di vincere.

Messina

Anche a Messina niente riconferma per il sindaco uscente Renato Accorinti. Non si ripete il miracolo del 2013 quando il sindaco ‘No Ponte’ venne eletto con grande sorpresa e con un voto di protesta forte da parte dei messinesi. La città dello Stretto sceglierà il proprio sindaco al ballottaggio del 24 giugno e Accorinti è fuori dai giochi.

Uno degli sfidanti al ballottaggio sarà Dino Bramanti con il suo 28,44%. A sfidarlo sarà Cateno De Luca con il 19,63% che scavalca Nino Saitta ferno al 18,27%. I dati ufficiali ancora non ci sono, anche qui i ritardi non mancano, ma i giochi sono fatti.

Trapani

A distanza di quasi un anno dalla mancata elezione del 2017 Trapani sceglie il suo sindaco e lo fa senza bisogno di ricorrere al ballottaggio e con il percorso inverso di Catania passando nelle mani del centrosinistra anche se mascherato da lista civica e senza il simbolo Pd. Il nuovo sindaco vince con un plebiscito che lo porta a sedere sulla poltrona di primo cittadino con ben il 70,68% dei consensi. Dati finali di scrutinio

In questo modo Trapani cerca di dimenticare un anno di commissariamento dopo la mancata elezioni del sindaco nelle amministrative di maggio 2017. Il candidato del centro sinistra, infatti, allora non riuscì a superare il quorum al ballottaggio dopo che lo sfidante si ritirò dalla competizione fra le polemiche per guai giudiziari

Ragusa

Si andrà al ballottaggio a Ragusa fra il grillino Antonio Tringali e l’esponente di una lista civica Peppe Cassì in realtà esponente di centrodestra. Proprio il centrodestra a Ragusa si è spaccato presentando numerosi candidati. Tringali e Cassì arrivano l’uno a ridosso dell’altro con dati orientativi rispettivamente del 22,67% e del 20,83%. Il centrodestra paga la spaccatura che ha portato alla polverizzazione e dunque a ben sette candidati sindaco mentre i 5 stelle pagano il cambio di candidato vistoc he la città era amministrata da loro ma il movimento ha scaricato Federico Piccitto. Dati finale di scutinio

Siracusa

Sarà ballottaggio fra Ezechia Paolo Reale e Francesco Italia nell’altra città capoluogo con ben sette candidati. L’ex assessore regionale, l’avvocato Reale, sembra non raggiungere la quota 40% che gli garantirebbe il passaggio al primo turno. Si fermerebbe intorno al 37,29% che rappresenta, comunque, un ampio vantaggio sul secondo ma lo costringe al ballottaggio che resta un rischio. Francesco Italia sfiora il 20% con il 19,37% e va alla sfida del 24 giugno, fra due settimane. Per i dati ufficiali finali c’è un certo ritardo, un poì’ rispetto a Messina, ma la tendenza è sempre stata questa fin dall’apertura delle urne. Distanziati gli altri 5 candidati. Rilevante, però Fabio Moschella con consensi intorno al 13% che potrebbero, adesso, confluire su Italia rendendo incerto l’esito del ballottaggio.

Non c’è storia per gli altri candidati con la sorpresa di un altro ex assessore regionale, Fabio Granata, che balla solo intorno al 6%. Qui, alla fine, si profila un ballottaggio tradizionale fra il candidato di destra e quello di sinistra.

I grandi ritorni

Capita, poi, che numerosi deputati, senatori o politici ormai semi scomparsi tornino a fare i sindaci delle loro città. Succede nel Palermitano dove Pietro Puccio torna sindaco di Capaci come negli anni ’90 prima della sua avventura da Presidente della Provincia (leggi qui) ma succede un po’ in giro per tutta la Sicilia. Pippo Gianni, ex assessore regionale, torna a fare il sidnaco di Priolo Gargallo anche lui come negli anni ’90 (leggi qui). Nel Messinese sono addirittura due i grandi ritorni: a Sant’Agata di Militello e a Taormina con, rispettivamente, il senatore Mancuso e Mario Bolognari.

Aggiungi le grandi riconferme come il sindaco di Modica che spopola e viene rieletto.

Infine le sorprese come Pantelleria che diventa 5 stelle o Partinico che va al ballottaggio fra un ex autonomista MpA e un candidato di centro destra. I sindaci 5 stelle sono pochi, sparuti quasi, ma il partito c’è così come il Pd zoppica ma non è ancora morto. Per il resto i conti si fanno dopo i ballottaggi ma la tendenza nonm sembnra essere uguale a quella di marzo quando i 5 stelle fecero en plein…

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