La Fillea Cgil preoccupata per il futuro occupazionale dei dipendenti della cava “Meditour” di Carini, attualmente in cassa integrazione. Nonostante il progetto di ampliamento della cava presentato dalla “Meditour” abbia già avuto i pareri favorevoli della Soprintendenza ai beni culturale e ambientali, del servizio IX geologico e geofisico del dipartimento regionale Energia e dell’ispettorato foreste, si è registrato uno stop al progetto da parte dello stesso assessorato regionale Energia, a causa di una diversa interpretazione delle norme che regolano il nuovo piano cave varato dalla Regione siciliana il 3 febbraio 2016. E questo, anche alla luce di una sentenza del Tar Sicilia sez. III che, per un caso analogo, ha accolto il ricorso di una ditta e annullato i provvedimenti di diniego già espressi.

“Ovviamente, con un giacimento che è quasi in esaurimento – dichiara Salvatore Bono, della segreteria Fillea Cgil Palermo – si presume si possa continuare ad estrarre per un anno ancora circa. L’amministrazione della cava si trova nell’impossibilità di accettare nuove commesse che consentirebbero ai 17 dipendenti del gruppo “Meditour” di rientrare totalmente dalla cassa integrazione e avere la garanzia della prosecuzione della loro attività lavorativa per, approssimativamente, i prossimi 15 anni”.

La Fillea Cgil in passato era intervenuta in difesa dei posti di lavoro quando era stato revocato l’incarico all’amministratore giudiziario. “Revoca – aggiunge Bono – che arrivò in un momento delicato per l’azienda, in quanto già da marzo 2012 era in fieri un farraginoso iter del progetto di ampliamento dell’autorizzazione già concessa. Oggi, constatato che tale iter è stato egregiamente portato avanti dai nuovi amministratori subentranti, siamo fortemente preoccupati a causa del preavviso di diniego dell’ampliamento della concessione giunto dall’assessorato regionale Energia e servizi di pubblica utilità, per una diversa interpretazione delle norme che regolano il nuovo piano cave”.