Cavalli in giro fino ad una temperatura massima di 37 gradi. Per chi violerà le disposizioni si prevede una sanzione amministrativa fra i 25 e i 500 euro. Roberto Lagalla ha firmato l’ordinanza sindacale 128 del 10 luglio 2023 con la quale si va a discplinare l’attività dei vetturini, ovvero del servizio carrozze destinato principalmente ai turisti.
Lagalla firma l’ordinanza per i vetturini
Un atto che si è reso necessario “per tutelare il benessere degli animali, in considerazione delle elevate temperature che potrebbero causare problemi di salute agli equidi utilizzati nel territorio comunale per la circolazione delle vetture pubbliche”. Secondo quanto previsto nel documento, nel periodo compreso fra il 10 luglio e il 30 settembre, l’attività degli equidi non potrà superare le otto ore quotidiane. Limitazioni anche sul fronte del carico, che non potrà eccedere il doppio del peso del cavallo.
Pause e scorta d’acqua
A bordo, il proprietario del cavallo dovrà inoltre dotarsi di una scorta adeguata d’acqua, non inferiore a dieci litri. Limitazioni anche sui tempi di sosta, che dovranno essere dotate di una copertura realizzata in materiali idonei a proteggere gli animali dalla prolungata esposizione al sole. All’animale dovrà essere garantita una pausa di 15 minuti ogni due ore di lavoro.
Carrozze in giro fino a 37 gradi
Tema centrale dell’ordinanza ha riguardato la temperatura soglia oltre la quale gli animali si dovranno fermare nelle fasce di rischio. Secondo quanto previsto dall’atto firmato dal sindaco, nelle giornate con temperatura pari o superiore ai 37°, le carrozze si dovranno fermare nella fascia oraria dalle 13,00 alle 15,30. In caso di allerta meteo “rischio 3” (ovvero allerta rossa), diramato con bollettino dal Dipartimento della Protezione Civile, il divieto di circolazione è esteso nella fascia oraria che va dalle 12,30 alle 16,00.
Multe dai 25 ai 500 euro
Previste sanzioni amministrative in caso di violazioni all’ordinanza. Multe che saranno inflitte ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 267/2000. Fonte primaria che già ha ispirato la precedente ordinanza e che prevede al suo interno l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria dai 25 ai 500 euro. Ciò, si legge nell’atto del sindaco, “salvo che il fatto costituisca reato”.
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