Tredici punti vendita in tutto il Mondo, distribuiti fra Qatar e Stati Uniti, con progetti di espansione anche in Arabia Saudita. Un successo mondiale quello dello chef ed imprenditore siciliano Celestino Drago. Partito dall’Italia nel 1979, apre il suo primo ristorante (chiamato “Celestino” appunto) nel 1985. Un punto di partenza che gli ha permesso di diffondere i valori e la cultura della cucina siciliana negli States.

Da Galati Mamertino al successo negli Stati Uniti

Uno di quelli che oggi si definisce brand ambassador. Un profeta in terra straniera i piatti della tradizione italiana e sicula, con un mix di ingredienti che rispecchia la tradizione nostrano. In merito al segreto della sua cucina, Celestino Drago è semplice quanto lo è il suo stile.  Qual’è il mio segreto? Fare quello che ti senti sia giusto, quello che ti piace. Senza strafare. La person-to-person relationship è molto importante”.

In merito alla sua esperienza negli States, Celestino Drago ha identificato fin da subito l’elemento su cui lavorare. “Ho visto che la cucina siciliana non era rappresentata come doveva. Non c’erano i prodotti. Non c’erano le persone che conoscevano la nostra cultura culinaria. Allora mi sono posto l’obiettivo di fare un ristorantino come volevo io, servendo quello che volevo io. Ho aperto Celestino, un ristorante che portava il mio nome. Poi ci siamo allargati. Quando ho visto l’attenzione che andava sui piatti siciliani, ho aperto un secondo punto vendita chiamato l’Arancino, con il menù siciliano tradotto in inglese. Un’idea che ha preso subito piede. E’ stato un successo. Ricette di vecchio stampo che anche in Sicilia faticavi a sentire”.

Il legame con la Sicilia

Un legame, quello con l’Isola, sempre vivo nel cuore di Celestino Drago. Originario di Galati Mamertino, ispira i suoi menù alla tradizione culinaria italiana e siciliana. Fra i piatti più gettonati la classica pasta alla norma. Lato gastronomico che non può fare a meno della sua contrapartita, ovvero un bel bicchiere di vino nostrano. Una tradizione e una cura sulla scelta degli ingredienti tramandati di generazione in generazione. “Ho avuto la fortuna, così come i miei fratelli e mia sorella, di avere dei genitori che ci hanno insegnato l’importanza dell’ingrediente, di come va messo nel piatto, di come va raccolto e seminato. E allora lì si genera il rispetto per gli ingredienti che utilizziamo”.

Galati Mamertino è quello che ho nel cuore – prosegue lo chef -. Senza alcune cose, non mi sento a mio agio. E ora molto di più, andando avanti con l’età. Sono molto più legato alle mie origini. Una filosofia che si è tramandata anche tra i miei fratelli, ovvero cercare la semplicità, di mettere sul tavolo la nostra cultura e le nostre tradizioni”.