Tra cementificazione selvaggia, incendi boschivi e crimini contro la natura per la Sicilia è allarme rosso. Questi fenomeni incidono pesantemente e sono tra i più invasivi in Italia. Con 4.245 reati accertati, la Sicilia è seconda, dopo la Campania, nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale stilata dall’annuale “Rapporto Ecomafia” di Legambiente. Il dato, riferito al lavoro di contrasto delle forze dell’ordine e delle capitanerie di porto nel 2020, corrisponde al 12,2% del totale nazionale e fa registrare un +30,3% rispetto all’anno precedente, nonostante il lungo lockdown e le restrizioni dovute alla pandemia. Tra le città capoluogo, Palermo è al 4° posto e Catania all’8° per numero di illeciti.

“Quadro preoccupante”

E’ questa, in sintesi, la fotografia dell’attività criminale ai danni dell’ambiente emersa questa mattina in occasione della presentazione del Focus Sicilia del Rapporto Ecomafia 2021 avvenuta oggi a Palermo, allo Spazio Mediterraneo dei Cantieri Culturali alla Zisa. “I numeri dell’aggressione criminale all’ambiente ci restituiscono un quadro molto preoccupante – ha spiegato Laura Biffi, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente –  La Sicilia svetta in quasi tutte le filiere ecomafiose, in particolare in quella del cemento illegale, con l’abusivismo edilizio che non viene demolito e che continua a pregiudicare pesantemente il riscatto della legalità sul territorio. Ma anche sul fronte dei reati contro la fauna e soprattutto per quanto riguarda gli incendi. I roghi, che ogni anno devastano irrimediabilmente le aree naturali della regione, sono e saranno sempre più un’emergenza che va affrontata con un’azione più efficace, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto. E’ necessario e non più procrastinabile mettere a punto una strategia di prevenzione e di investigazione che consenta di fare un salto di qualità nella lotta ai roghi, scongiurando che ogni anno si riproponga lo stesso drammatico copione”.

Ecocrimini non fermati dalla pandemia

A confrontarsi sul tema, erano presenti, oltre a Laura Biffi e Giuseppe Alfieri, Maria Teresa Maligno, sostituto procuratore presso la Corte d’Appello di Palermo, Fabrizio Buonadonna, Comandante del Gico della Guardia di Finanza di Palermo, Francesco Fedele, della Guardia di Finanza di Palermo, Andrea Li Volsi, Comandante del Centro anticrimine Natura Carabinieri di Palermo, Nicola Silvestri, della Capitaneria di Porto di Palermo, e Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente. “La pandemia e il lockdown – ha sottolineato Giuseppe Alfieri, dell’Ufficio di presidenza di Legambiente Sicilia – non hanno fermato gli ecocriminali, anzi, la Sicilia insieme alle altre regioni a tradizionale presenza mafiosa, ha contribuito in negativo al dato nazionale con un aumento del numero dei reati commessi ai danni dell’ambiente in tutti i settori. In particolare, vogliamo porre in evidenza i numeri significativi degli illeciti commessi all’interno delle aree naturali e protette e ai danni della fauna. Legambiente Sicilia chiede che le Forze dell’ordine e le Procure siano dotate sempre più e sempre meglio di risorse e strumenti idonei alla prevenzione e al contrasto di questi fenomeni”.

I numeri dell’illegalità ambientale (dati riferiti all’anno 2020)

La Sicilia con 4.245 reati è seconda nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale. Nel 2020  sono state denunciate 3.782 persone e 45 sono state arrestate. I sequestri effettuati sono stati 1.450. Palermo (4°) e Catania (8°) sono tra le prime 10 città capoluogo per numero di reati accertati.

Il ciclo illegale del cemento

La Sicilia è al 1° posto nella classifica del cemento fuorilegge, con 1.650 reati contestati (pari al 14,5% del totale nazionale), 1.676 persone denunciate e 210 sequestri. Il 48,7% dei reati si concentra tra Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Siracusa è 8a tra le città capoluogo, Catania è 17ma e Palermo 18ma nella classifica dei capoluoghi di provincia.Dal 2004 al dicembre 2020, le ordinande di demolizione eseguite sono state in Sicilia solo il 20,9% peggio hanno fatto solo Campania, Calabria e Puglia.

Il ciclo illegale dei rifiuti

La Sicilia al 6°posto con 489 reati accertati (il 5,9% del dato nazionale), con 716 persone denunciate, 41 arresti  e 258 sequestri. Catania è 13ma nella classifica delle città. La Sicilia è 1a per numero di incendi negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero (dal 2013 al 2021, 194 casi accertati,  il 15% del totale nazionale).

La piaga degli incendi

2° posto nazionale nella classifica degli incendi boschivi (582, il 13,7% del totale), ma primato assoluto per superficie incendiata (36.321 ha). 14 le persone denunciate, 0 quelle arrestate (su 18 a livello nazionale), 1 sequestro (su 79) Il 54,7% dei roghi si è concentrato in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Palermo al 3° posto tra i capoluoghi per numero di incendi

Il racket degli animali

La Sicilia è al 1° posto per crimini contro la fauna, con 1.259 reati accertati (il 15,4% del totale nazionale) 1.212 persone denunciate, 3 arresti e 938 sequestri Palermo è al 2° posto nella classifica delle città capoluogo dietro Bari, ma prima di Roma, Napoli e Reggio Calabria. Catania è al 6°. E’ invece al 3° posto per quantità di prodotti ittici sequestrati in rapporto ai km di costa.

L’archeomafia

Tra aree archeologiche, musei, case d’asta, negozi, fiere e mercati dell’antiquariato, oltre ad abitazioni di collezionisti privati, nel 2020 i controlli in Italia sono stati 11.801, 32 al giorno, +32% rispetto al 2019. A fronte di questo lavoro, si registra, unico settore tra quelli monitorati da Legambiente, un calo dei furti e delle denunce (-18%), così come del numero di persone arrestate (-60%). La Sicilia è al 4° posto per numero di furti d’opere d’arte.

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