Da tre giorni il centro storico di Carini è senza acqua. Il sindaco Giovì Monteleone ha scritto una lettera al presidente dell’Amap. “Da ben tre giorni manca l’acqua nel centro storico di Carini – ha scritto il sindaco – Questo fatto, oltre agli enormi disagi per i residenti, ha costretto alcuni bar, ristoranti e panifici, con sede in piazza, a sospendere le loro attività. Non è la prima volta che succede: basta un blackout all’impianto di sollevamento del pozzo Saracenello, che fornisce l’acqua al serbatoio che approvvigiona il centro storico, e per 4/5 giorni circa 10 mila utenti rimangono senz’acqua”.

E prosegue: “Considerata la situazione insostenibile, anche per l’amministrazione comunale che riceve parecchie legittime proteste da parte dei cittadini per il grave disagio di ordine igienico sanitario che ne consegue, lo scrivente ha chiesto diverse volte di dotare l’impianto di un gruppo di continuità. Si coglie l’occasione per sollecitare la realizzazione del collegamento, già programmata e finanziata, tra il punto prelievo Amap in contrada Ponticelli e il serbatoio Sofia che potrebbe essere una valida alternativa di approvvigionamento in caso di blocco dell’impianto Saracenello”.

“Inquinamento golfo dell’Amap”, Comuni ammessi parte civile

Palermo e altri 4 Comuni della provincia ammessi come parti civili all’imminente processo per il presunto inquinamento delle aree costiere da parte di Amap. Il mese scorso nell’udienza preliminare al tribunale di Palermo il Gup Andrea Innocenti ha ritenuto fondate le motivazioni degli enti locali per il danno ambientale e d’immagine. Stessa cosa anche per Legambiente e le due associazioni dei consumatori, Codacons e Adusbef. Unica esclusa una ditta che avrebbe dovuto realizzare nella zona costiera di Trappeto una mega struttura ricettiva: non è stata ritenuta parte lesa nell’instaurando processo.

La prossima udienza fissata al 30 novembre, giorno in cui dovrebbero completarsi le difese degli indagati. A rischiare il processo tre dirigenti tecnici e gli ultimi due presidente dell’Amap, Maria Prestigiacomo e l’attuale Alessandro Di Martino. Il caso scoppiò nell’estate del 2021 e fu bufera sull’Amap, la partecipata del Comune di Palermo che si occupa delle risorse idriche, quindi dell’acquedotto e della distribuzione ma anche delle fognature e della depurazione.

Servizio che gestisce non solo a Palermo ma anche in un’altra trentina di Comuni della provincia. Le indagini sull’inquinamento ambientale sono state condotte dai carabinieri che notificarono un’ordinanza di commissariamento nei confronti della stessa società per il servizio di ambiente e depurazione. La misura cautelare fu disposta dopo un’indagine dei carabinieri forestali e dalla stazione di Balestrate.