Era sembrato inizialmente un aneurisma. Un malore improvviso che aveva portato alla morte una giovane mamma di appena 28 anni.
Invece nel corso di una prima analisi sul corpo della donna sono stati notati strani segni attorno al collo. La donna Alina Elena Bità di origini romene era stata trovata nella sua camera da letto riversa per terra.
Tutto faceva sembrare che fosse morte per un malore. Ed invece è possibile che qualcuno l’abbia strozzata.
Le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Termini Imerese.
Il marito della donna è stato sentito per ore dai carabinieri. Ha ricostruito la mattina del 9 ottobre, quella in cui i vicini di casa hanno sentito la figlioletta di 11 mesi piangere e hanno chiamato i carabinieri.
Il marito, però, sarebbe arrivato prima e ha spalancato la porta di casa trovandosi davanti a una scena agghiacciante. La moglie era a terra, morta.
Accanto al suo corpo la figlia che piangeva dentro alla culla e che, con molta probabilità, ha assistito all’aggressione della mamma. Ma non potràmai riferire a chi indaga cosa è realmente accaduto.
Il sostituto procuratore Paolo Napolitano ha disposto l’autopsia che dovrà chiarire ulteriormente le cause della morte.
È stato il medico legale, arrivato a Cerda in via Sciolino 10 la mattina di lunedì scorso, a notare quei segni sul collo dopo una prima visita: alcuni lividi che hanno fatto ipotizzare un omicidio.
La donna era sola in casa la mattina del 9 ottobre. Il marito era a lavorare nei campi vicino a Cerda. Intorno alle 10,30 un’inquilina della palazzina dove abitava la vittima ha sentito piangere la figlia insistentemente.
Le urla della piccola hanno messo in allarme la vicina che ha prima suonato al campanello di casa e poi, non ricevendo alcuna risposta, ha deciso di chiamare il marito e il 112.
I carabinieri hanno sequestrato il cellulare della donna e stanno convocando in caserma le ultime persone chiamate dalla giovane mamma.
Al momento non sembrerebbe che ci fossero ombre nella vita della coppia che da due anni viveva a Cerda.
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